Franco Rodano (1920- 1983) è stato uno dei più grandi pensatori politici del dopoguerra, teorico dell’incontro tra la cultura marxista e quella cristiana, tra il movimento operaio e quello cattolico. A lui, uno dei padri nobili del compromesso storico e consigliere politico di Berlinguer, l’A.N.P.I. e l’associazione nazionale partigiani d’Italia hanno dedicato un convegno a Senigallia. Viene definito un cattocomunista ma in realtà questa categoria inventata in senso dispregiativo da Claudio Martelli per indicare due dogmatismi che si incontrano non rispecchia affatto il suo pensiero. Rodano non fu un cattocomunista ma piuttosto un cattolico comunista, cattolico come appartenenza religiosa e comunista come appartenenza politica.
Nessun corto circuito tra le due dimensioni perché il partito non deve mai diventare chiesa nè la chiesa partito. Coltivò un grande sogno, una sorta di pensiero insonne, unire attraverso un patto nel nome di un nuovo umanesimo il mondo comunista e quello cattolico, intrecciando differenze culturali per arrivare ad un’unità civile. Anche il compromesso storico era per lui impegno solenne che doveva unire le migliori forze della cultura comunista e di quella del cattolicesimo democratico perchè solo attraverso l’incontro i partiti di massa avrebbero potuto rinnovarsi. L’intervento più bello ed applaudito del convegno è stato quello della moglie di Franco Rodano, Marisa Cinciari Rodano, già deputata senatrice e parlamentare europea del P.C.I. che fu legata al marito da uno straordinario amore e comunanza di ideali ed impegno politico.
E’ lei a parlare della sanzione dell’interdetto che la Chiesa applicò nei confronti di Rodano per un suo intervento sul tema della perequazione dei benefici all’interno delle diocesi, gesto che venne interpretato come indebita ingerenza. Rodano soffrì molto per una sanzione che di fatto lo privava dai sacramenti ( l’interdetto gli fu tolto più avanti da Papa Giovanni) ma rimase fedele alla Chiesa così come rimase fedele al partito comunista anche quando non ne condivideva la linea prevalente. Fu un uomo dotato di una straordinaria capacità d’ascolto ed in grado di unire culture e sensibilità diverse. “Abbiamo bisogno di ricordare persone come lui- ha concluso Marisa Cinciari Rodano- perchè è con il legno della memoria che si costruisce la nave del futuro”.