Le varie ricostruzioni via facebook, lette purtroppo tra ieri e oggi, sono false e tendenziose, oltre che francamente ridicole.
Chi parla e straparla di intere regioni con “forti perplessità” sull’elezione annunciata di Beppe Giulietti, compulsi semmai i propri miseri numeri: la frustrazione in politica gioca dei brutti scherzi.
Per rispetto della verità e di tutti i colleghi, infatti, il Coordinamento di Fiuggi desidera richiamare l’attenzione su un dato di fatto esemplare: il Consiglio Nazionale è stato annullato perché, nel momento di massimo fulgore, i presenti in sala erano 36, come pensiamo sia stato verbalizzato prima di chiudere la sessione.
Poiché i convocati erano 119, non riesce difficile immaginare che siano mancati all’appello circa 80 consiglieri. Questo ce lo dice l’aritmetica, ma preferiamo anche rilasciarne una testimonianza oculare: è proprio così, erano tutti giù, e noi con loro.
Vorremmo qui sottolineare un altro, analogo e concomitante, dato di fatto: gli 80 consiglieri potevano serenamente eleggere – con voto utile al primo scrutinio – il candidato che, con lo scouting tenace delle caratteristiche migliori e il paziente lavoro all’interno di una maggioranza plurale, avevano individuato: Beppe Giulietti.
Ma la rinuncia del candidato, motivata dalla persistenza di veti e controcandidature da parte di una dozzina di membri della coalizione, hanno consigliato di evitare la tentazione, pure fortissima, della semplice forza dei numeri. La maggioranza aveva chiesto al segretario generale Lorusso di ascoltare tutti e di fare sintesi con una candidatura che non è stata accettata da chi evidentemente professa solo a parole le regole della democrazia. Responsabilmente, si è ritenuta preferibile un’ultima, decisiva, chiarificazione della e nella maggioranza.
Questa è la veritiera ed essenziale ricostruzione delle dinamiche del 7 ottobre 2015.
Desideriamo però portare all’attenzione dei Cdr, delle redazioni e singoli colleghi una circostanza che ci riguarda direttamente e che riteniamo offensiva quanto emblematica. Nelle more di 24ore di riunioni, più volte chi si è candidato alla presidenza della Federazione si è permesso di chiedere “lo scioglimento di Fiuggi”: un cantiere aperto, dove si sta lavorando alla ricerca di un modo nuovo e corale di fare sindacato nel rispetto delle sue differenti peculiarità ma che, anche questo in tutta evidenza, qualcuno osteggia perché è ancorato alla logica vecchia delle componenti usate come grimaldello per vecchi e sterili personalismi – che hanno stancato la categoria e sfiancato il Sindacato. Noi rivendichiamo il tentativo di mettere in piedi un ambito di riflessione politico-culturale, offendo a tutti occasioni di incontro, di condivisione dei saperi e delle intenzioni, di superamento di barriere proprie e improprie. Com’è successo a Venezia a fine luglio. Com’é successo martedì scorso in Federazione: chiunque ha avuto la possibilità di conoscere la storia della presidenza Fnsi, grazie al direttore generale Giancarlo Tartaglia, e allo stesso tempo di ascoltare dalla viva voce di Beppe Giulietti come il candidato della maggioranza concepiva il mandato che gli veniva offerto.
E’ un vero peccato che qualcuno sia facile preda di isterie e intolleranze. Che sia chiesto “lo scioglimento di Fiuggi” da parte di chi presume di poter rappresentare non solo tutto il Sindacato ma anche l’intera categoria è faccenda che non arriva nemmeno al colpo di teatro, perché sbuca direttamente nell’avanspettacolo.
Noi continueremo ad offrire a tutti le occasioni di conoscenza e di condivisione che riterremo di volta in volta più adeguate ad affrontare una stagione di straordinaria difficoltà per i giornalisti italiani.
Il Coordinamento di Fiuggi