Nel 2012 Davide Falcioni, cronista di Agoravox entrò con i manifestanti all’interno degli uffici dell’azienda Geovalsusa s.r.l. di Torino
Il giornalista Davide Falcioni sarà probabilmente rinviato a giudizio per violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento, minacce, accesso abusivo a sistema informatico e resistenza a pubblico ufficiale, per avere seguito, per motivi di lavoro, i manifestanti del movimento No Tav durante un’azione di protesta durante la quale, nell’estate del 2012, entrarono in gruppo all’interno degli uffici dell’azienda Geovalsusa s.r.l. di Torino.
A febbraio 2015, per quella protesta, 19 manifestanti sono stati condannati dal Tribunale di Torino a pene che vanno da 5 a 8 mesi di reclusione. Falcioni non era fra gli imputati. Aveva deciso di testimoniare che la protesta si era svolta in moda pacifico. Il 28 novembre 2014 fu perciò convocato in Tribunale. Riferisce che aveva appena iniziato a deporre, quando fu interrotto dal pubblico ministero che sospese l’esame e dispose la sua iscrizione nel registro degli indagati con le stesse accuse mosse ai militanti. Pochi giorni fa, il 17 ottobre, ha ricevuto l’avviso formale di chiusura delle indagini.
Davide Falcioni attualmente è un cronista di Fanpage.it. Nell’estate 2012 lavorava per il sito di informazione Agoravox e trascorse una settimana a Torino e in Val Susa per realizzare un reportage sulla protesta del movimento No Tav contro i cantieri del treno ad alta velocità. Facendo quel lavoro di cronaca seguì anche lo svolgimento della protesta contro la Geovalsusa s.r.l.
“Ho seguito quella manifestazione e non ho visto commettere alcuna violenza. Perciò – racconta Falcioni a Ossigeno – decisi di propormi come testimone della difesa. Volevo dire di aver visto bene che gli attivisti sono entrati negli uffici dopo aver suonato il citofono, che una volta entrati hanno appeso uno striscione fuori dalla finestra e hanno acceso dei fumogeni”.
Falcioni aveva ammesso subito di essere entrato insieme ai manifestanti. Lo aveva scritto nell’articolo di cronaca pubblicato subito dopo i fatti, allegato agli atti dell’inchiesta fin dall’inizio. “Non ho mai negato di essere entrato – dice oggi – e ho precisato di essere entrato soltanto per rendermi conto di cosa accedeva allo scopo di riferirlo ai miei lettori. Ora mi chiedo se mi sarebbe stato riservato un diverso trattamento se avessi sostenuto le tesi dell’accusa”.
FD ASP