Di Alessandro Cardulli
“Un bagno di folla”. Parole che si leggono nei titoli dei tg, dei giornali radio, in quelli dei quotidiani. Si riferiscono alla piazza del Campidoglio dove si sono dati appuntamento tanti cittadini che chiedono a Marino di “ripensarci”, di restare. Al suo posto di sindaco. Tanti cartelli con parole di sostegno, di solidarietà, uno per tutti “Grazie marziano”. Una folla fatta di giovani e anziani, di famiglie, bandiere tricolori, striscioni improvvisati, tutto fatto in famiglia, scritte a mano, qualche striscione, c’è che intona “Bella ciao”. Commozione e rabbia. Già, rabbia che investe il Pd, con accuse pesanti e in particolare i giornalisti, per la campagna che quasi tutte le testate hanno fatto contro Marino, quasi fosse un pericoloso criminale “mi hanno trattato come Provenzano” dice il sindaco. Ai tanti che gli chiedono di ripensarci risponde “non ci ripenso”, come aveva detto ai suoi collaboratori prima di scendere nella piazza.
Il sindaco: “Non abbiamo nulla da rimproverarci, siamo solo vittime di un accanimento”
Ripete: “Bisogna tener duro fino alla fine di questi venti giorni, non abbiamo nulla da rimproverarci, siamo soltanto vittime di un accanimento immeritato”. Qui, al Campidoglio, non solo solidarietà al sindaco, ma anche la richiesta che il Consiglio comunale sia chiamato a discutere l’intera vicenda. Chi vuole sfiduciare Marino lo faccia pubblicamente, motivi la sua decisione. Non consegni, come si sussurra, lettere in bianco al capogruppo Pd già pronte per una eventuale sfiducia. Possibile che il Consiglio comunale – ci dicono alcuni manifestati – rimanga del tutto estraneo a quanto sta avvenendo? Possibile che un partito, si badi bene Marino era il candidato dalle primarie cui non partecipavano solo iscritti al Pd, con una riunione al Nazareno o meglio con una telefonata fra Renzi e Orfini, decida le sorti della amministrazione di una città, la capitale per di più? Possibile che i cittadini vengano informati solo attraverso i media di quanto avviene nelle segrete stanze? Eppure sono loro ad avere eletto sindaco e consiglieri.
Censura dei media. Poche righe e poche immagini. Tg3 Lazio manda in onda una piazza deserta. Era del giorno prima
Questo lo scenario: due cose molto chiare, Marino non si dimetta, venga convocato il Consiglio comunale e si faccia una verifica sulla maggioranza come hanno chiesto Sel e la Lista Civica. Aggiungiamo la presenza nella piazza di una moltitudine di telecamere, di macchine fotografiche, un nugolo di cronisti. Bene, anzi male. Perché tutto è liquidato in poche righe dai quotidiani on ine che titolano sul “bagno di folla”, ma non danno alcuna immagine, solo qualche squarcio e qualche cartello. Addirittura la Rai, tg regionale, nel servizio del cronista dice che c’era tanta gente, ma si vede la piazza vuota. Le immagini erano del giorno precedente la manifestazione quando, fra l’altro, ci sono stati acquazzoni. Il Tg3 edizione delle ore 19 rimedia.
Il vicariato interviene a gamba testa. Ci vuole una “scossa”, una “nuova classe dirigente”. La dice lunga
Molto rilievo è invece stato dato alla dichiarazione di monsignor Vallini, il cardinale vicario per la diocesi di Roma. L’alto prelato dice che ci vuole “una scossa” e che bisogna “ripartire dalle molte risorse religiose e civili presenti a Roma” per dare vita “alla formazione di una nuova classe dirigente”. Le sue parole spiegano molte cose, in particolare l’accanimento contro il sindaco che sposa coppie gay. E si prende tante critiche nei commenti dei lettori, molti dei quali ricordano che il Concordato prevede la non intromissione del Vaticano nella vita politica del Paese. Ci sono poi, nelle cronache brevi, brevissime, vere e proprie perle, fra l’idiozia e la cialtroneria. Scrive un cronista che Marino “parlando ai pochi amici che gli sono rimasti…” ed altre amenità. Intanto il suddetto aveva davanti agli occhi una piazza piena di amici. Forse non li ha visti, o addirittura non era nella piazza.
Oltre 40 mila firme alla petizione “Marino non dimetterti”
Però ci sono anche i numeri che parlano. Marino ha ricevuto tremila messaggi di solidarietà, la petizione su change.org ha toccato le quarantamila firme, persone che invitano il sindaco a non dimettersi, una lettera inviata a Renzi da personalità del mondo della cultura, del giornalismo, dello spettacolo ha per titolo “Non toccare Marino”, fra i quindicimila firmatari Gian Giacomo Migone, Ennio Di Nolfo, Gustavo Zagrebelsky, Nicola Piovani, Alberto Asor Rosa, Furio Colombo, Enzo Marzo. A margine, una annotazione sul giornalismo cialtrone. Per conoscere quanti sono i firmatari della petizione basta andare sul sito di Change.org. Invece si preferisce diminuire i firmatari, fino a ridurli a quindicina, come fa qualcuno. Che comunque sarebbero già tanti. Per inciso, mentre scriviamo, il numero di quarantamila è stato superato. Ora cosa accadrà? Lunedì, Marino presenterà ufficialmente le dimissioni “irrevocabili” anche per legge, però nei venti giorni di tempo per lo scioglimento del Consiglio e l’arrivo di un commissario, il sindaco potrebbe in ogni momento ritirarle, come gli chiedono tanti cittadini di Roma.
Lunedì nuova manifestazione al Nazareno, sede del Pd
Sempre lunedì una nuova manifestazione alle ore 12, questa volta al Nazareno, la sede del Pd dove hanno gli uffici del segretario Renzi e del presidente Orfini, anche commissario della federazione di Roma, l’esecutore materiale della defenestrazione del sindaco, con un comunicato pieno di bile e di veleno che non fa certo onore e non lo rende più popolare nei circoli del Pd che vorrebbero liberarsene al più presto.
Scongiuri dei Dem perché il sindaco non si presenti con una lista civica
Il clan dei cronisti, con il supporto dei politici nazionali e locali, intanto si esercita sui possibili candidati, sia per quanto riguarda il commissario e poi il futuro sindaco che potrebbero essere anche la stessa figura. Nel Pd si fanno gli scongiuri perché a Ignazio Marino non venga l’idea di presentarsi con una lista civica, visto anche il successo della manifestazione e le decine di migliaia di firmatari della petizione e della lettera a Renzi. A noi non interessano i “retroscena” tanto cari a una certa razza di giornalisti. Certo che i nomi che circolano non sono esaltanti. Mezze figure. Qualcuno addirittura, leggi Marchini, potrebbe essere il candidato sia del centro destra che del centrosinistra. Nel Pd c’è e non lo nasconde chi trama per questa soluzione. La gioia e l’ottimismo dei Cinquestelle sale alle stelle. Scusate il bisticcio di parole ma è proprio così. Lo stesso Salvini non dispera di entrare a vele spiegate nel Consiglio comunale della Capitale d’Italia. Un altro partito della nazione. Con buona pace di Renzi.