Di Alessandro Cardulli
Quando gli “esploratori” inviati da Renzi in Campidoglio per seguire in cronaca diretta, minuto per minuto come una partita di calcio, la manifestazione a sostegno del sindaco Marino, gli riferiscono che la piazza è già quasi piena, pare sia stato preso da una crisi di nervi. “Gole profonde” ce ne sono in ogni ambiente, piazze, stanze, in Parlamento, a Palazzo Chigi, nei ministeri, in Campidoglio dove gli ex alemanni diventati grandi sostenitori del centrosinistra, ricoprono importanti incarichi in settori chiave della macchina amministrativa. “Gole profonde” utilizzate a piene mani per gettar fango sul sindaco Marino, riprese dai media impegnati in un lurido linciaggio della persona del sindaco. Orfini, immaginiamo, sarà molto preoccupato per sé, il suo futuro nel Pd, ma anche perché Renzi Matteo, dal Perù, ci pare, vuole essere informato di quanto sta accadendo a piazza del Campidoglio, minuto per minuto. “Resa senza condizioni”, questa deve essere la sorte di Marino ha ordinato a Renzi. Ma il fatto che la piazza, mezzora prima dell’inizio della manifestazione, ore 12, sia già quasi piena, toglie ogni speranza ai due Mattei. C’è un nugolo di telecamere, giornalisti con i telefonini, mai vista a Roma una folla cronistica così folta.
È nostro dovere difendere il sindaco che abbiamo votato su indicazione del Pd che ora vuole cacciarlo
Parlano fra loro, intervistano persone, chi siete? siete del Pd? quale Circolo?, chi vi ha organizzato? È quest’ultima la domanda che più fa imbestialire, anche perché i giornalisti non sono visti di buon occhio. Ma che ve l’ha ordinato il dottore, dice una signora di mezza età, fascia tricolore di carta a tracolla. Il simbolo che molti espongono, smettetela col linciaggio contro Marino. Siamo qui perché “ è un nostro dovere difendere chi abbiamo votato, su indicazione di quel Pd che oggi lo vuole cacciare. Siamo qui perché è un dovere civico, la democrazia non è una cosa che passa e va”. Ci accodiamo al gruppo dei giornalisti, tutti, o quasi, giovani. Parlottano fra loro, “certo sono già tanti “, “pensavo che i fan del sindaco si fossero stancati”, “sì, sono tanti ma in piazza sono presenti anche i turisti”. I turisti, un gruppo di giapponesi se ne va, l’accompagnatrice spiega rapidamente cosa sta accadendo. Ora il Campidoglio è tutto per i manifestanti. In pochi minuti la piazza si riempie, anche i loggiati, la scalinata del Vignola. Vista la capienza di questa grande area, si tratta di un tremila, forse più, persone.
I primi titoli dei quotidiani online e dei tg: c’erano qualche centinaio di persone. Le foto mostrano la piazza gremita
Quando leggiamo i primi titoli sui quotidiani online rimaniamo basiti. Intanto mentre per giorni e giorni gli attacchi a Marino hanno conquistato le aperture dei giornaloni, ora la notizia viene nascosta, relegata fra le altre di cronaca. E in piazza qualche centinaio di persone, Eppure i cronisti, quelli in piazza, avevano ben presente la dimensione della manifestazione. Le foto che circolano sui siti parlano chiaro, la piazza è stracolma. Così le immagini televisive date con il bilancino. Rainews si distingue, in peggio. Parla di centinaia di persone. Questa è la parola d’ordine e non si può disturbare troppo Palazzo Chigi. Il cronista dice che sono un migliaio e che gli organizzatori dicono tremila. Che dire, così nell’era renziana va il mondo dell’informazione. Allora vince Marino? No, lo stesso sindaco lo sa bene e lo dice chiaro e tondo, non è questo il problema, non è la persona, vince, con lui, in questa piazza, la democrazia, le migliaia che lo sostengono, cittadini di Roma, iscritti al Pd compresi, chiedono che ci sia un confronto pubblico, nell’aula consiliare. E da questo confronto verrà fuori la realtà dei fatti. Loro, i cittadini in piazza, avanguardia degli oltre cinquantamila che hanno firmato la petizione, “Marino non ti dimettere”, degli altri quasi ventimila che hanno sottoscritto l’appello “Marino non si tocca”, dei dodicimila che hanno già aderito al Comitato “Io sto con Marino”, non usano mezzi termini, giri di parole.
Cartelli, striscioni, bandiere tricolori, qualcuna del Pd, una del Pci
Parlano con cartelli, striscioni, portano bandiere tricolori, fanno volare palloncini colorati. C’è anche qualche bandiera del Pd, del Circolo Donna Olimpia di cui fa parte Marco Miccoli, deputato Pd, che ha avanzato una proposta di “mediazione” come mi dirà poco dopo in una intervista strappata al volo. E una storica bandiera rossa del Pci. Tanti striscioni, cartelli, foglietti con le più svariate scritte: ‘#IostoconMarino’, ‘Marino ripensaci’, ‘Avanti tutta sindaco’, ‘Noi con Marino voi con padrini. Marino ripensaci daje’. C’è chi mostra i cartelli ‘Oggi sono in Campidoglio e il mio sindaco rivoglio’, ‘Marino Roma è stata defraudata ma non da te, with love from San John’.
Cittadini e consiglieri municipali in sciopero della fame per la convocazione del Consiglio
Nove tra cittadini e consiglieri municipali hanno fatto un passo ancora più estremo: sono entrati in sciopero della fame per Marino. Si tratta del radicale Davide Tutino, vicepresidente del Consiglio del Municipio VII, iniziativa sostenuta anche da amici e compagni di partito, tra i quali lo scrittore Paolo Izzo. Vogliono che il Consiglio comunale sia convocato, si apra quel confronto che il Sindaco chiede a gran voce, rivolto in particolare al gruppo del Pd,a Sel, alle forze della “sua” maggioranza. Ringrazia nel breve intervento proprio il Pd, “il partito che ho contribuito a fondare e di cui faccio parte”, “ mi fa piacere vedere che in piazza ci sono anche bandiere del mio partito”. E parte un applauso dalla piazza che ha seguito con grande tensione politica, il breve intervento del sindaco, emozionato. Forse neppure lui che ha mostrato di sentire il “polso” della città, altro che un marziano, si aspettava una manifestazione così forte, una esplosione di gioia quando ha affermato “ vado avanti” e poi riferendosi alle dimissioni: “Voi mi chiedete di ripensarci. Io ci penso e non vi deluderò″.
Una giornata nera per il premier Renzi e il commissario Orfini
Insomma, tirando le fila, una giornata nera per Renzi, Orfini, il Pd che stanno organizzando un “ disastro per Roma”, dicono molti cartelli. Fra la folla scorgiamo Marco Miccoli cui viene attribuita una proposta di “ mediazione”. Il deputato del Pd che è stato anche segretario della Federazione romana mi rimprovera. “Anche tu parli di mediazione, ma io non faccio da mediatore”. Allora? “Intanto ribadisco quanto già affermato ai giornalisti che mi hanno avvicinato. Sono in piazza da romano e da iscritto al Pd. Ovviamente sono qui a titolo personale. Ma sono qui per ribadire la mia linea da sempre.
Miccoli (Pd). Per sei mesi, sindaco e Giunta restano in carica, affrontano il Giubileo, poi si tirano le somme e si vedrà
Marino ha sempre sofferto il rapporto con il Pd. Non è stato sostenuto a dovere dal partito che voleva sfiduciarlo prima ancora dell’inchiesta su Mafia Capitale. E una parte importante non lo sostenne neanche alle primarie. Ora siamo arrivati ad un punto dove c’è un partito spaccato e un sindaco che non ci parla più. Non mi sembra un grandissimo risultato della strategia del partito, considerando anche che tanta gente è oggi in piazza a protestare contro questa linea. Un errore sfiduciarlo”. Bene, allora qual è la proposta che mette in campo? “Prendiamo sei mesi di tempo. Il sindaco e la Giunta che stanno lavorando anche in questi giorni restano in carica mentre il Giubileo prende il via e prosegue il suo percorso. Il Pd in Consiglio non farà mancare il suo voto su delibere che affrontano i problemi di fondo della Capitale. Fra sei mesi si tireranno le somme e ognuno, in modo democratico, in Consiglio, deciderà il futuro della amministrazione”. Lo ringraziamo mentre dalla folla si leva il canto di “Bella ciao”, e forte. “Non c’eravamo più abituati a cantare in piazza – dice un pd doc, così si definisce – la canzone della lotta antifascista, della Resistenza, della Costituzione, della democrazia insomma”. E sono i giovani che cantano con più forza. Poco dopo arriva Marino che lascia la sua stanza, inizia a parlare. Un colloquio diretto con le persone che sono proprio sotto la balconata del Palazzo Senatorio. La sede del Consiglio, dove Marino chiede di poter parlare. Un suo diritto. Oggi la politica è tornata in piazza. Si è fatta popolo. Al canto di “Bella ciao”. E di Che Guevara – diceMarino, citando una sua frase famosa: “Noi siamo realisti. E vogliamo l’impossibile”.