Può la classe dirigente di un paese fallire a tal punto da indurre i partner internazionali a commissariarlo, mettendovi alla guida un social network di nome Plin plin che tutto controlla, tutto dirige, dal quale dipende ogni giorno la vita di milioni di persone e che risponde agli ordini dall’alto di ignoti organismi finanziari, desiderosi di spolpare la nazione pezzo per pezzo, privatizzando tutto ciò che è pubblico e riducendo la popolazione alla miseria? È quanto accade a Burlonia, paese immaginario e reale, luogo fantastico e tragico, nel quale succedono fatti che scuotono le nostre coscienze e ci inducono a riflettere: e se un giorno tutto questo dovesse accadere anche da noi?
“Una piazza assolata, appena scossa da qualche refolo di vento. Una vana ricerca d’ombra e di silenzio. Una folla urlante, assiepata in uno spazio angusto, pronta a gridare tutta la propria rabbia, il proprio sconforto e il proprio dolore per l’ennesima ingiustizia subita da un governo incapace di ascoltarla e di fermarsi. Due ragazzi e un sorriso, intorno il nulla…”.
Roberto Bertoni (Roma, 1990). Giornalista free lance, scrittore e poeta, ha all’attivo diversi romanzi di denuncia socio-politica nei quali mette in evidenza difetti, storture e autentiche vergogne di un modello di sviluppo, di convivenza civile e di gestione della cosa pubblica sempre più insostenibile. “Burlonia”, da questo punto di vista, è forse l’esperimento meglio riuscito, senz’altro il più completo e avvincente.
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