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Across the Sea, un archivio sulle rotte e storie di migranti. Intervista a Riccardo Carraro (Servizio Civile Internazionale)

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Storie di migranti in Rete. Testimonianze attraverso video, foto, post, articoli, interviste. Mentre alla plenaria dell’Europarlamento a Strasburgo Angela Merkel afferma che il regolamento di Dublino è ormai superato e che occorre guardare a nuove procedure nel segno dell’equità e della solidarietà, il web è stato in questi anni – e continua ad essere – un archivio in progress di narrazioni di lunghi e dolorosi viaggi in cerca di un altrove.

Archivio MigrantiArchivio Memorie Migranti o Migranti di Valigia Blu, sono soltanto alcuni dei progetti collettivi on line che hanno come focus la partecipazione e la solidarietà alla questione delle migrazioni contemporanea attraverso la condivisione di “racconti-anticorpo contro il veleno che ci vuole disumani” per non spegnere mai l’attenzione sul tema.
Voci Globali ha rivolto qualche domanda al Segretario nazionale del Servizio Civile Internazionale Riccardo Carraro (nella foto), su uno di questi progetti, Across The Sea, che documenta le rotte dei migranti attraverso il Mediterraneo.

“Across the Sea – dice Carraro – si è sviluppato quando al termine del progetto precedente, ‘Through desert and sea’, ci siamo resi conto con gli altri partner (AmisNET, Active Vision) che le rotte migratorie sono fortemente interconnesse, e avendone mappate due – al tempo Egitto/Israele e Grecia/Italia – questo ci ha spinto inevitabilmente ad ampliare lo sguardo al resto del Mediterraneo. In generale abbiamo sempre registrato interesse e desiderio di raccontare quanto vissuto dalle persone migranti, naturalmente con le necessarie attenzioni, ad esempio il rispetto della richiesta di anonimato. Pensiamo che anche i protagonisti delle storie siano consapevoli che potremmo creare una società più accogliente e aperta solo se riusciremo, insieme, a offrire racconti della loro esperienza più autentici, liberi dal peso determinato da pregiudizi e dall’immaginario offerto dai media ufficiali“.

Pagina della mappa interattiva del progetto online Across the Sea

Across the Sea è finalizzato a mappare le rotte dei migranti tra le sponde del Mediterraneo. Quali storie avete fino ad oggi documentato?
Abbiamo scelto di mappare storie di migranti raccolte attorno a quattro luoghi principali di attraversamento di frontiere: Malta, la costa nord della Tunisia, Melilla e il confine Israele/Egitto. In ogni luogo attraversato abbiamo selezionato alcune delle storie più emblematiche, quelle che potessero restituirci un’idea complessiva del viaggio, dei rischi ad esso collegati, della violenza subita a causa di misure di sicurezza e misure restrittive, la cui ragione primaria sono le frontiere stesse.
È stato interessante verificare che alcuni aspetti si ritrovano, in forma analoga, nei vari luoghi attraversati, come il ruolo dei passeurs, le forme di reclusione, i lunghi periodi di attesa. Il nostro desiderio ora è che il progetto possa allargarsi ad altri contributi. Vorremmo riuscire a mappare nuovi luoghi di questa Europa che si dimostra sempre più una fortezza.

Secondo voi i media tradizionali (stampa, radio e tv) come trattano il tema della migrazione? Internet riesce ad arrivare lì dove i media mainstream non arrivano?
I media tradizionali offrono una narrazione che è strettamente funzionale alle politiche dell’Unione Europea, politiche che vedono nel migrante principalmente una risorsa da sfruttare economicamente e non riescono a gestire la questione in modo unitario e cooperativo, visto che ciascun Paese si preoccupa solo delle ricadute interne sui propri territori determinate dalla presenza migrante (sia quelle positive che negative). Al tempo stesso i media lasciano ampio spazio alle posizioni della destra razzista e xenofoba che agita lo spauracchio dell’invasione, una facile breccia in periodi di crisi economica come quello in cui viviamo.

Internet ha di sicuro una libertà che i media mainstream non hanno. Detto questo credo che per riuscire ad incidere nell’immaginario sia anche necessario riuscire a “passare” attraverso i media tradizionali con altri approcci. I film di Andrea Segre e Gabriele Del Grande sono arrivati a molta più gente di quanto abbiano fatto tanti meritevoli siti web che riescono a proporre narrazioni differenti del fenomeno migratorio. Un’armonia tra i due approcci potrebbe gettare una luce reale sulle questioni migratorie, senza per forza sminuire il carattere di denuncia sociale alla base di entrambi.

Tutto ciò è ancora più urgente oggi, vista la situazione di emergenza in Europa e il preoccupante crescere di populismi xenofobi e di muri, reali e non. Across the Sea è un progetto aperto, speriamo che possano esserci contributi da chiunque riesca a raccontare esperienze di viaggi ma anche a proporre sconfinamenti nel mondo del media-attivismo. Nel sito c’è una mail e un contatto facebook per poterci coordinare con altri contributi. Crediamo che nel contesto attuale questo lavoro di rete sia quanto mai necessario e urgente.

Fonte: Voci globali


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