«Il diritto all’asilo politico non ha un limite per quanto riguarda il numero di richiedenti in Germania. In quanto paese forte, economicamente sano abbiamo la forza di fare quanto è necessario» (Angela Merkel). Sembra davvero una svolta clamorosa questa. È la direzione invocata da tanti rimasti inascoltati fino ad oggi. Si direbbe che quel bambino con la maglietta rossa ce l’ha fatta a spalancare porte e finestre.
Qualcuno dice che ora i potenti d’Europa sanno che non è solo un fatto italiano. Ma la verità è che non è mai stato “un fatto italiano”, questa è la lettura piagnona tanto cara ai nostri governi. La Germania lo scorso anno aveva 600 mila asilanti, l’Italia 60 mila. La vera distorsione mediatica è neille immagini dei barconi che arrivano dal mare da cui deriva l’idea sbagliata di invasione, e che non sono mai stati il mezzo di viaggio maggiormente usato da chi cerca rifugio in Europa. La rotta dei Balcani ne ha sempre contati tre volte tanti e nessuno li ha mai voluti guardare.
La differenza sta nelle telecamere che ora li vedono e ce li fanno vedere. I potenti della vecchia europa, lo sanno bene cosa succede adesso e cosa succedeva prima. Nel 2013 a Lampedusa di fronte a 368 bare dicevano “mai più” e non hanno fatto nulla se non chiedere ai paesi confinanti di costruire muri come hanno fatto in Grecia, in Bulgaria, nell’enclave spagnola di Melilla e infine in Ungheria. Ora sanno che i muri si possono abbattere e che non servono a contenere niente. Le parole della Merkel segnano davvero la possibilità di un cambio di passo. Sono parole identiche a quelle di tutte le Ong e i movimenti che finora hanno gridato senza risposta. Ora è possibile. Che lo stato pù forte d’Europa dica che accetta tutte le richieste d’asilo perchè economicamente sano e sufficientemente forte, fa una grande, sostanziale differenza dal generico “mai più”. Stiamo a vedere, ma la premessa è ottima e se qualcosa accadrà davvero una parte del merito è di quella fotografia scattata sulla spiaggia di Bodrum. Un effetto quel bambino sulla spiaggia lo ha già ottenuto: è l’accoglienza che hanno ricevuto i primi rifugiati arrivati alla stazione di Monaco, un applauso scrosciante che si aggira in tutto il continente.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21