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Servizio civile aperto ai migranti per servizi di utilità sociale, come strumento di integrazione – Lettera aperta al Sen. Lepri

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Al Senatore Stefano Lepri (PD),
Relatore del disegno di legge “Terzo settore, impresa sociale e Servizio civile universale” (S 1870).
 
Le scrivo perché il disegno di legge (S 1870) di cui è relatore, mira tra l’altro alla revisione del Servizio civile, aperto anche ai non cittadini (universale), in linea con la recente sentenza della Corte Costituzionale n. 119/2015, che ha dichiarato l’incostituzionalità dell’art. 3, comma 2, D.lgs. 77/2002 “nella parte in cui prevede il requisito della cittadinanza italiana ai fini dell’ammissione allo svolgimento del servizio civile”. 
Questo ampliamento – ottenuto grazie al decisivo impegno dell’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione (ASGI) – potrebbe fornire – mediante l’introduzione di specifici accorgimenti normativi – uno strumento efficace per coinvolgere i migranti ospiti in strutture di accoglienza nello svolgimento di servizi di utilità sociale, con reciproco vantaggio per ospiti e comunità ospitanti.
In particolare, ciò comporterebbe il beneficio di sottrarre i migranti all’abbrutimento dell’inattività forzata nei “centri” prevenendo  anche il loro sfruttamento da parte di “caporali” senza scrupoli; favorirne l’integrazione mediante modalità collaborative verso la comunità ospitante che rompano l’incomunicabilità e la diffidenza; facilitare la mutualità tra servizi di utilità sociale offerti e alloggiamento-formazione ricevuti, nel rispetto della dignità del migrante ospite, consapevole di contribuire così al proprio sostentamento ed essere attore della  propria integrazione.

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