Tutti a pensare giustamente alla xylella , che ha devastato gli alberi di ulivo, comportando il loro abbattimento in numero notevole. Poi fai una passeggiata per raggiungere Cellino San Marco, terra di ulivi e di natura lussureggiante e spuntano loro, i pannelli fotovoltaici…
Una distesa di pannelli al silicio, fra Brindisi e Cellino San Marco, accompagnano il viaggio di chi cerca la Puglia ed i suoi ulivi, l’aria che profuma di buono, il calore che dal finestrino bacia la pelle.
E cosa c’era prima? Prima di questi moderni fornitori di energia, che sanno di progresso tecnologico, di ricerca di nuove fonti energetiche innovative ecologiche? C’erano oltre 6.000 patriarchi verdi, una strage di ulivi, scoperta dalla Forestale in marzo 2015, dopo segnalazioni dei tecnici della Regione Puglia, comportando una multa di centinaia di migliaia di euro a carico dei responsabili dell’espianto abusivo, con la conseguente segnalazione alla autorità giudiziaria.
Pare che i parchi fotovoltaici avessero solo una dichiarazione di inizio attività, e che mancassero le autorizzazioni all’abbattimento degli alberi , autorizzazioni che per legge ci devono essere.
Gli ulivi sono il simbolo della Puglia, sono la sua essenza, la ragione per cui se si parla di essa il pensiero vola all’ombra che ripara dai raggi d’un sole caldo sotto un ulivo che coi suoi rami t’abbraccia. Non si può abbattere uno solo di questi alberi senza pensare che dietro di esso vi sia una storia centenaria da raccontare.
L’enorme distesa di ulivi che caratterizzano il paesaggio è in effetti ormai interrotta per lunghi tratti dai pannelli che non sostituiscono degnamente lo splendido panorama del passato. Se è vero che il mondo deve andare avanti, se è vero che abbiamo bisogno delle ormai famose fonti rinnovabili è altrettanto vero che questo non può avvenire a danno di quella natura che si vuole preservare.
Ci sarà pure quella famosa via di mezzo tra petroliere che provocano veri e propri disastri ambientali nei mari che attraversano per portare la materia prima che permette al mondo ogni suo movimento, tra gasdotti male odoranti, pale eoliche che hanno mutato incantevoli paesaggi, tra la Basilicata Puglia e Calabria, e questi pannelli un po’ grigi ed un po’ blu, a seconda dell’umore di chi guarda, chiamati “solari”, ma che sono davvero un pugno in un occhio.
L’attenzione e la sensibilità verso le risorse del nostro ambiente spinge verso la progettazione, la costruzione e l’installazione di prodotti che sfruttano le fonti alternative, pulite, rinnovabili.
La messa in opera di impianti fotovoltaici e eolici è, oggi, considerata la creazione di una delle soluzioni per il risparmio energetico in un ottimo rapporto di qualità-prezzo.
Ci deve essere una via di uscita e l’uomo che studia, impegnato in mille ricerche, ha preso finalmente coscienza che il mondo è uno, che la terra è un bene da tutelare e che l’unica strada per preservare il patrimonio ambientale è lastricata delle lettere che compongono la parola “rispetto”.
Rispetto anche per uno solo di quegli ulivi abbattuti, rispetto per la natura che nonostante i suoi sforzi, l’uomo non ha saputo e mai saprà ascoltare.
Foto di Vincenzo Aiello