Vorrei una caffè, per favore… Per favore, vorrei un caffè… Un caffè, per favore, vorrei… Si chiama “Sindrome da Algoritmo” la malattia che ha colpito Calderoli. I barman del Senato ormai lo sanno e sopportano in silenzio quando il senatore leghista ripete la stessa richiesta di un caffè usando tutte le combinazioni di parole possibili. Così come i colleghi, che vengono salutati 12 volte in modo diverso, inseguiti mentre scappano nei corridoi per sottrarsi al tormento.
La Sindrome da algoritmo – spiega un ricercatore fuggito all’estero – è una degenerazione del narcisismo, quando si ibrida con il protagonismo politico paranoico. I soggetti più esposti sono quelli che cercano di compensare la qualità bassa del loro intelletto, con una smodata quantità di ripetizioni anagrammatiche dello stesso modesto concetto. L’effetto è una incontenibile superfetazione verbale e scritta, che può portare persino alla ripetizione compulsiva di accostamenti due parole simili, che divergono solo per una vocale (per es. dalle stalle, alle stelle), più nota in psichiatria politica come “paronomasia renziana”.
Studiosi di tutto il mondo della materia – allarmati dalla severità della Sindrome dell’Algoritmo – hanno interrotto le loro ricerche sugli accoppiamenti perversi tra uomo e ruspa, per dedicarsi a tempo pieno alla nuova devastante patologia. Per il momento, non avendo dati certi sul contagio, consigliano massima cautela e di lavarsi bene la mano, nel caso stringa quella di Calderoli.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21