Il mestiere della sinistra è lottare per la giustizia sociale.
Non solo per etica, ma perché una minore distanza tra ricchezza e povertà genera coesione e sposta le energie dal conflitto allo sviluppo.
Ma questo progetto di società ha bisogno di elettori informati, leali e lungimiranti.
Altrimenti ci si accomoda nel proprio vantaggio personale del poco, illegale e subito, che svuota la politica di dignità e partecipazione, delegando “in bianco” il carismatico di turno, purché sia permissivo ed emotivo.
In Italia la sinistra è diventata ambidestra da tempo.
Con il debito pubblico per comprare il consenso di Craxi, l’inconcludenza arrogante di D’Alema, fino all’accentramento del potere perseguito da Renzi, che equipara Berlusconi e chi l’ha combattuto, per spacciarsi come il pragmatico che supera la lentezza della difesa dei principi, per imporre la velocità della decisione a prescindere.
Poi esce uno sgualcito Corbyn che ricorda alla sinistra qual è il suo mestiere.
E scopriamo che Renzi è nudo.
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