Treni bloccati pieni di gente che viaggia, li chiamano profughi, ma sono persone. E la destinazione è la Germania, il paese che ricorda nel suo cuore, Berlino, l’Olocausto. E lo ricorda con un Memoriale per gli Ebrei assassinati d’Europa, un monumento per la commemorazione delle vittime di quella tragedia immensa. Il 25 Giugno 1999 il Bundestag tedesco sancì la costruzione del monumento sotto il progetto di Peter Eisenman e la creazione di una Fondazione che lo promuovesse. Nel maggio 2005 fu presentato al pubblico.
E’ composto da un campo di stele su una superficie di 19.000 mq con 2.711 blocchi di cemento e dal Centro di Informazione. All’interno una mostra permanente sulla persecuzione e lo sterminio degli ebrei d’Europa nonché sui luoghi storici dell’Olocausto. Ogni anno il Centro accoglie quasi mezzo milione di visitatori. In seguito a una modifica di legge, dal 3 luglio 2009 la Fondazione si occupa anche dei monumenti in memoria degli omosessuali perseguitati dal nazismo e dei Sinti e Rom assassinati.
Sei milioni di vittime, sei milioni di persone che volevano vivere… E in Berlino oggi vogliono arrivarci in tanti, quei profughi che nessuno vuole.
Per molti “E’ colpa della Germania“. La cancelliera risponde : “Facciamo quello che è moralmente e giuridicamente dovuto “, ma la tensione corre sui binari della stazione di Budapest. Si sono verificati scontri tra i migranti che vogliono raggiungere la Germania e le forze dell’ordine. Un vero e proprio duello tra Germania e Ungheria. Il premier Viktor Orban afferma che il problema non è europeo, ma tedesco e il caos alla stazione della capitale è “conseguenza dell’incerta posizione” di Berlino. L’Europa si prepara a discutere nuove regole su accoglienza e diritto d’asilo e a redistribuire quote di profughi in entrata sul territorio dell’Unione. Ma ne arrivano tanti sia dalla rotta balcanica sia da quella mediterranea. Orban dichiara ancora che “I leader europei hanno dimostrato chiaramente di non essere in grado, di non avere la capacità di gestire la situazione, è noto che tocca ai singoli Paesi controllare le frontiere esterne. E questo sta facendo l’Ungheria. Il trattato di Schengen è minacciato. Noi ungheresi beneficiamo della libertà di circolazione e vogliamo difenderla. E per questo difendiamo le frontiere esterne”.
E quei due piccoli seduti su una delle stele di Berlino e del suo Memoriale, quelli chi mi accompagna ha voluto fermare in una immagine, sono seduti su pezzi di storia di vergogne umane, di memoria dimenticata, perché nessun uomo può dimenticare che siamo tutti parte di un mondo unico, pur nelle nostre differenze. E un uomo prega in ginocchio tra le ombre e le stele.
Passavo tra le lettere di chi sapeva d’andare nelle camere a gas, e leggevo tra fiumi di emozioni, incredula di tanta forza e tanto amore scritto in due righe di nascosto, e nessuna foto è riuscito a fare a quelle lettere chi con me passava tra quelle ombre, le stesse che tra le stele ci seguivano segnandoci la strada del ritorno. Ombre di chi attraverso la discriminazione ci è passato lasciando vita e sogni…ombre che dal passato tornano in ogni frase ignobile che qualcuno pronuncia…come quella che una ignobile persona scrive in questi giorni sui social, pare un amministratore comunale, che vorrebbe raccogliere firme per bruciare in piazza l’ex Ministro per l’integrazione Cecile Kyenge, aggiungendo parole impronunciabili da qualunque essere dotato di intelligenza minima e di umana sensibilità . Il motivo? E chi conosce i meandri della mente umana quando il virus del razzismo l’attraversa? Non esiste un motivo per dire certe parole prive d’ogni umano senso.
Nulla si dimentica…e le ombre che s’aggiravano per il Memoriale dell’Olocausto a Berlino m’hanno seguito fino a sera, quando Berlino mostrava di sé la parte migliore, quella d’una città che conserva le cicatrici d’un passato ancora difficile da accettare, davanti al Reichstag che ha visto nascere e morire la dittatura di Hitler.
Nessuno mai osi dimenticare l’Olocausto. Nessuno mai dimentichi d’essere parte di un mondo che appartiene a tutti. Nessuno mai osi alzare muri in un mondo che non ha più confini… perché nessuno mai debba dire ad un altro dove crescere o vivere…perché il razzismo è odio allo stato puro e puzza…
Foto: Vincenzo Aiello