Per me Pietro Ingrao è stata la politica, l’utopia di una gioventù bruciata dal compromesso storico e dal terrorismo, l’illusione di poter cambiare il mondo anche solo con una manifestazione. I sogni sempre più tali riposti nel cassetto ma non dimenticati, quando gli chiesi di incontrarlo a 97 anni. Volevo realizzare un film sulla sua vita. Pietro e la sua grande famiglia mi aprirono le porte e così nacque “Non mi avete convinto”, un viaggio senza sconti che attraversa due secoli. “ E se non te lo racconto bene, pazienza”, dice all’inizio Ingrao. Una volta lui che di cinema se ne intende mi chiese: – Ma perché hai deciso di fare un film su di me?- Non riuscii a rispondere, fino a quando non mi resi conto che il film nasceva anche dal bisogno di fare i conti con me stesso e con una generazione che negli anni 80 aveva vent’anni. Quell’uomo di quasi cent’anni in tutta la sua grandezza era in fondo ben più giovane di me. Mi guardava, mi interrogava, voleva sapere di me, almeno quanto io volevo sapere di lui. Una capacità di ascoltare e una voglia di capire inesauribili. In questo suo essere nel mondo (un mondo che non mi piace, mi ripeteva spesso) sta la sua attualità e la sua idea vincente della politica.
Mi ha lasciato come ultimo regalo i versi di una sua poesia. In occasione del centesimo compleanno nell’aprile scorso andai a trovarlo a casa sua con i Tetês de Bois, gli autori della colonna sonora del film. Un’altra occasione per suonare e stare insieme. Ma Pietro ormai era lontano, se ne stava andando lentamente. Sul tavolo un suo libro di poesie, una pagina aperta e come d’incanto Andrea Satta e Carlo Amato, voce e chitarra, hanno attaccato così: “Non c’è tempo, fuggiamo verso il metrò, verso la luna, verso le nevi dei terminal, verso l’ossesso fuggire alla morte. Ora non c’è tempo, e gli orologi gentilmente ci sorprendono ogni secondo, ci scoperchiano acquattati, ci agguantano, tuttavia, vi raccomando, non appoggiatevi tanto ai muri”.
Non appoggiatevi tanto ai muri è un’espressione bellissima, che dice molto di Pietro Ingrao. Siate liberi, in mezzo al caos, rifuggite la falsa protezione dei confini e delle certezze, non abbiate paura di perdervi nell’ignoto e di confondervi nel gorgo dell’umano.