Quasi il 90% dei 7.000 insegnanti che -in questa prima tornata di 38.000- dal sud emigrerà verso nord è donna, una su due supera i 40 anni. Il posto fisso e tutto ciò che ne consegue le renderà circa 1.300 euro mensili con cui affronterà la nuova vita finalmente non più precaria. Vedrete che a breve sarà pure protagonista nelle colonne che trattano moda/costume/turismo/curiosità/viversano sempre più glamour a mo’ di factory warholiana così fashion anche nelle istituzioni.
La donna che invece è parte integrante della fattoria orwelliana abbandonerà figli e marito al sud e con quei 1300 euro mensili si pagherà al nord affitto alimenti e sporadici viaggi pendolari compatibilmente con guasti e ritardi. Per mandare un po’ di soldi ai familiari rimasti in terra matrigna dovrebbe trasformarsi dal Mimì metallurgico della Wertmüller alla Mimì della Boheme e cioè condurre l’esistenza dei nostri stranieri raccoglitori/manovali in nero, altrimenti chiamati spregiativamente clandestini (napuli/terun di precedenti tornate migratorie). Ma siccome è cittadina italiana ancorché europea, oggi è dichiarata ufficialmente “donna in carriera” dunque (naturalmente) soggetta a mobilità…
Il Belpaese sta sereno: eliminato il ministero delle pari opportunità si sono estinti i parametri identificativi di “pari” e di “opportunità”. Sono succeduti selfie e tweet distribuiti senza sosta in parti uguali nel sud sempre più discarica, nel nord in stato di decozione e nel centro dei carrozzoni funebri e circensi.