A Roma il lavoratori del Colosseo avevano chiesto per iscritto l’assemblea del 18 settembre, se non erro il giorno 14. I dirigenti del sito Archeologico preposti avrebbero avuto tutto il tempo per verificare se l’orario richiesto e le modalità, erano compatibili con la non interruzione del servizio per il pubblico. Come in qualsiasi paese democratico era possibile rispettare i diritti dei lavoratori, con quello dei visitatori di uno dei più importanti siti archeologici del mondo.
Vorrei fare un paragone con i dipendenti della RAI TV che lavorano H24 ed hanno una approfondita conoscenza di Assemblee e di scioperi nel Servizio Pubblico.
Lo Statuto dei Lavoratori ( Legge 300/1970- art 20) prevede che i lavoratori subordinati di aziende, pubbliche e/o private hanno il diritto di svolgere assemblee sindacali e riunirsi, nell’unità produttiva in cui prestano la loro opera. Una conquista sindacale che non costa economicamente ai lavoratori.
Lo sciopero è un atto di lotta, che costa economicamente ai lavoratori subordinati. L’astensione collettiva dal lavoro, è utile per esercitare una pressione sui datori di lavoro per avere un miglioramento delle condizioni lavorative e/o l’applicazione degli accordi sottoscritti dal CCLL.
I lavoratori del Ministero dei Beni Culturali, prima a Pompei poi al Colosseo hanno esercitato un loro diritto quello di fare delle assemblee sindacali in orario di lavoro.
Vorrei tornare alla RAI Servizio Pubblico, per ricordare come si svolgono le assemblee. I sindacati fanno richiesta, di poter chiamare a raccolta i lavoratori nella sala mensa in orari concordati. Inoltre é stabilito tra le parti che i lavoratori che lavorano per la messa in onda delle dirette Televisive e/o radiofoniche sono esentati da partecipare all’assemblee per non sospendere la diffusione dei programmi. Le assemblee si svolgono senza interrompere i servizi essenziali che sono individuati tra i rappresentati sindacali e la direzione della RAI nelle sua varie articolazioni.
L’ assemblee svolte dai lavoratori del sito archeologico di Pompei e dai lavoratori del Colosseo erano tutte e due annunciate giorni prima e regolarmente autorizzate e potevano essere governate per non creare disagio ai visitatori. Possiamo liberamente pensare che in Campania e in Particolare a Pompei i dirigenti della Sovraintendenza sono stati superficiali e hanno preso sotto gamba questo diritto dei lavoratori, e non hanno preso in considerazione quello dei visitatori paganti per vedere le importanti rovine Campane.
Per il Colosseo è avvenuta una dinamica simile e si è lasciato che le cose andassero senza un reale governo. In tutte e due i casi l’atteggiamento di chi ha la responsabilità dei siti archeologici, ha creato un grande clamore, addossando la responsabilità ai sindacati e ai lavoratori.
Personalmente penso :
- era facilmente evitabile il disagio ai visitatori, se i dirigenti del Ministero dei Beni Culturali preposti avessero governato gli orari dell’assemblea sindacale.
- il disagio dei visitatore: a) è stato creato ad arte per colpire i lavoratori e i sindacati. b) i dirigenti del sito archeologico non sono stati all’altezza della situazione largamente prevista.
- il fatto e il clamore conseguente é stato voluto in quanto era prevedibile che vi sarebbe stata una risonanza mondiale.
- La risposta del governo al clamore è stata di varare un decreto urgente paragonando i luoghi della cultura ai servizi essenziali.
Due fatti simili Pompei e il Colosseo fanno una prova. Il governo in carica, usa e/o crea ad arte le situazioni, poiché come ho ricordato con l’esempio delle assemblee che si svolgono in RAI Servizio Pubblico, é facilmente evitabile il disagio ai visitatori e il conseguente clamore mondiale sull’Italia. Come nel gioco del biliardo per andare in buca occorre lanciare la palla verso una sponda. Penso che per ottenere alcune restrizioni alle libertà democratiche, si possono creare ad arte situazioni, che portano consenso ai provvedimenti progressivamente limitativi delle libertà democratiche. Un governo che persa che il sindacato sia un intralcio non è un governo di sinistra.
I lavoratori votano e spesso hanno la memoria lunga. La storia sindacale mi da una certezza che difronte ad esigenze reali ed importanti i lavoratori sanno riprendersi quello che è stato loro tolto.