Potrebbe cambiare la geografia della camorra dopo l’arresto del super latitante Valentino Gionta. Già da tempo, negli ambienti della mala organizzata e nello stesso clan dei Valentini di Torre Annunziata si temeva che il boss venisse «scaricato», ucciso o arrestato… (Articolo di Giancarlo Siani, pubblicato il 10-06-1985)
Giancarlo Siani, cronista precario del quotidiano Il Mattino, fu ucciso a pochi passi da casa mentre era nella sua Citroen Mehari verde che lo portava ogni giorno dal Vomero a Torre Annunziata,
il 23 settembre del 1985. Nelle sue parole nude contro il male, capaci di rivelare il legame tra politica e criminalità nella gestione della ricostruzione del territorio di Torre Annunziata nel dopo terremoto e di svelare i rapporti tra i clan rivali, l’essenza della sua condanna a morte emessa dalla camorra.
Da oggi Articolo21 vuole parlare di Giancarlo Siani attraverso la musica, la letteratura e il cinema, dedicandogli in questo articolo “Uomini e no” il romanzo di Elio Vittorini, sulla Resistenza, sull’umanità e non umanità, perché vi sono in ognuno di noi “molte possibilità inumane” e solo attraverso le vite pure di umili non eroi, come lo era Giancarlo Siani, possiamo imparare a essere uomini. La salvezza non arriva dalle lacrime e dal rimpianto ma dall’insegnamento e dalla memoria, non dagli uomini che per paura di morire si suicidano nella negazione ma dagli uomini che illuminano la libertà e non la vendetta, da tutti i nostri ieri in cui qualcuno si è nutrito del bene, si è rifiutato, si è ribellato, ha detto no:
Aveva rialzato il capo, il pianto si asciugava sulla sua faccia, e rivide nel vecchio gli occhi azzurri.
Glieli guardò. «Ma che dobbiamo fare?» gli chiese. «Oh!» il vecchio rispose. «Dobbiamo imparare.» «Imparare che cosa?» disse Berta. «Cos’è che insegnano?» «Quello per cui» il vecchio disse «sono morti » (Elio Vittorini).
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