Il mondo guarda attonito le immagini che ci giungono dall’Ungheria o dalla spiaggia dove giace il corpo di un piccolo bambino che il mare ha restituito. Molti si indignano, altri si commuovono. Non basta commuoversi, bisogna muoversi. Il fenomeno migratorio ha caratteri epocali e duraturi. Non c’è muro o mare, né stazioni chiuse o fili spinati, che lo possano fermare. Le politiche repressive non hanno alcuna efficacia e senso, oltre che essere ingiuste. Perciò muoviamoci.
L’Arci aderisce alla “marcia delle donne e degli uomini scalzi” che si terrà a Venezia l’11 settembre per iniziativa di intellettuali, artisti, esponenti di associazioni e del mondo cattolico. Ci impegneremo perché nella stessa giornata iniziative di analogo significato si tengano in quanti più luoghi possibili del nostro paese.
La guerra ai migranti deve essere fermata, produce tragedie e barbarie. L’Europa, che ha gravi responsabilità storiche, per le politiche coloniali e di sfruttamento, nel determinare le cause di fondo dei fenomeni migratori, deve ora costruire corridoi umanitari, praticare politiche di vera accoglienza, aprire le proprie frontiere ai processi di integrazione.