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Beni confiscati, Vito Lo Monaco (Centro Pio La Torre): “il governo vari l’albo dei manager”

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“La maggioranza di coloro che nello Stato, nella politica, nell’economia, nella società civile, praticano l’antimafia senza pennacchi e campanili, mirando solo a sciogliere il triste nodo mafia-affari-politica, non deve sentirsi intimidire dalla giusta riprovazione e condanna per l’antimafia di facciata e retorica dei soliti professionisti – dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro Pio La Torre”.
“Apprezziamo in tal senso il processo di ristrutturazione dell’Ufficio di misure di prevenzione avviato dal Tribunale di Palermo e la serietà con cui la Procura di Caltanissetta sta procedendo seriamente e in silenzio all’indagine sulla gestione delle misure di prevenzione patrimoniale a Palermo.

Occorre una forte mobilitazione perché il Governo nazionale: attivi l’Albo nazionale degli amministratori giudiziari, istituito sin dal 2020 e ancora non  attuato; prescriva rigidi criteri di trasparenza, di rotazione, per evitare l’ accumulo ingiustificato d’incarichi e le incompatibilità familiari e di interessi degli amministratori giudiziari; ampli l’albo alle nuove professionalità formate dalle università italiane; consenta la calendarizzazione per l’approvazione in Parlamento del testo di legge unificato su quello di iniziativa popolare sulla tutela del lavoro e della gestione dei beni confiscati; recepisca finalmente le direttive comunitarie del 2003 e del 2006 sui beni confiscati; modifichi il codice antimafia come chiesto sin dall’inizio affinché nelle misure patrimoniali per i beni sequestrati ai mafiosi non si usino le norme del comune diritto fallimentare; escluda dal direttivo dell’Agenzia dei beni confiscati le rappresentanze che possano sollevare dubbi di conflitti di interesse.

Il governo regionale e la maggioranza procedano all’attuazione della spesa dei fondi europei, attivino politiche attive di crescita e di lotta alla povertà come sollecitato dal ddl di iniziativa popolare, cessino ogni manovra che allontana i siciliani dallo statuto autonomo. L’unica azione antimafia seria è quella di assicurare crescita, economia e lavoro, trasparenza e buon finanziamento degli apparati amministrativi”.


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