E’ accaduto a Roma: lo ha costretto a scendere su una strada trafficata, a metà tra una fermata e l’altra. Una passeggera ha annotato gli estremi e segnalato il caso alla redazione. Atac: “Abbiamo individuato il presunto responsabile a gli contesteremo le violazioni denunciate. Poi prenderemo provvedimenti”
ROMA – Sentiva la musica a volume troppo alto: così l’autista ha fermato l’autobus e lo ha costretto a scendere, tra una fermata e l’altra, su una strada trafficata e contravvenendo a ogni norma di sicurezza: è accaduto alcuni giorni fa a Roma, in via della Magliana, sotto gli occhi increduli e indignati dei passeggeri. Il ragazzo aveva un evidente disturbo psichico, che non è sfuggito ad alcuni dei presenti. Laura Caminiti, una di loro, psicologa, ha preso nota di tutto: orario, numero della linea e della vettura. E ci ha segnalato l’accaduto, manifestando tutta la propria indignazione: “Erano da poco passate le 18 e viaggiavo sula linea 128, direzione Crocco. Un ragazzo ascoltava musica sul telefonino ad alto volume, in modo evidentemente fastidioso. Ma altrettanto evidente era la sua disabilità, sia motoria che cognitiva. Eppure l’autista improvvisamente ha fermato l’autobus e gli ha urlato che non sarebbe ripartito fin quando lui non fosse sceso. Eravamo su via della Magliana, a metà tra una fermata e l’altra. Il ragazzo è sceso, lui gli ha chiuso le porte in faccia e si è rimesso in moto. Io ero in fondo all’autobus e non mi sono resa conto subito di quello che stava succedendo. Appena ho capito, ho urlato all’autista, che mi ha ignorata. Si sono uniti anche gli altri passeggeri, che hanno protestato con forza, ma intanto il ragazzo era sceso e l’autobus era ripartito. Io mi porto dentro una grande rabbia, ma anche tanta angoscia: il ragazzo si sarà orientato facilmente? Sarà tornato e avrà raccontato qualcosa?”.
L’Atac, a cui abbiamo inoltrato la segnalazione, ha intanto individuato il conducente, grazie alle coordinate fornite dalla testimone. “Ci siamo attivati immediatamente – ci fa sapere l’ufficio comunicazione – e stiamo contattando il presunto responsabile, a cui saranno contestati i comportamenti denunciati. Si metterà quindi in moto la procedura standard secondo le formule di legge: e dopo le dovute verifiche, prenderemo i provvedimenti del caso”. Resta però lo sconcerto di chi ha assistito a quella scena: “L’azienda deve sapere che al suo interno avvengono casi di intolleranza e discriminazione”, afferma Laura. E il caso tocca soprattutto chi ha un figlio con disabilità: come Giulia, amica di Laura, che ha raccolto e rilanciato il suo racconto: “So bene che queste cose accadono – ci riferisce – ma molti genitori, frustrati dalla situazione, spesso neanche denunciano. In questo caso abbiamo un testimone, ma il ragazzo e i genitori si saranno attivati? E’ importante che lo facciano, è fondamentale che le famiglie escano allo scoperto e facciano valere i propri diritti: altrimenti sarà continuamente vanificato, con episodi come questo, lo sforzo che facciamo ogni giorno per costruire percorsi di indipendenza e autonomia per i nostri figli”. (cl)