Lunedì 10 Agosto, S. Lorenzo in attesa della pioggia notturna di stelle, il Comitato No Povertà farà piovere sull’Assemblea regionale una pioggia di firme di cittadini siciliani che presentano un disegno di legge, sette articoli semplici e comprensibili, di integrazione al reddito delle famiglie in povertà assoluta. Saranno depositate alla Commissione Referendum della Regione Sicilia in via Trinacria n° 34, oltre 15 mila firme raccolte nelle piazze, nelle chiese, nelle sedi delle associazioni promotrici del Comitato No Povertà (Centro studi Pio La Torre, Anci Sicilia, Caritas, Comunità Sant’Egidio, Confindustria Sicilia, Erripa, Libera, CGIL, CISL, UIL, Forum Terzo settore). A settembre l’ARS potrà così discutere come intende contrastare la povertà che in Sicilia ha superato ogni limite sopportabile. Quasi metà delle famiglie in povertà relativa, il 10,2% di esse in povertà assoluta (cioè 200 mila famiglie siciliane non superano la soglia di 820 euro mensili).
Da Gennaio, cioè da quando sono stati resi noti i primi dati confermati poi dall’Istat, da Bankitalia, dalla Svimez, partendo da un’inchiesta sul lavoro nero in agricoltura abbiamo lanciato l’allarme. Affrontare il problema povertà significa avere una proposta di sviluppo, di ricerca e di innovazione (dell’industria, dell’agroalimentare, delle infrastrutture e dei servizi) in un’area geopolitica dell’Europa dove si scaricano le tensioni e i conflitti delle guerre civili dei vicini continenti mediterranei e le conseguenze di errate politiche europee di austerità.
Dalle rilevazioni statistiche riesplode la questione del Mezzogiorno del XXI secolo. Auspichiamo che gli allarmi non si trasformino in grida manzoniane, che il Governo assuma decisioni concrete di investimento per la crescita, non limitandosi a rimodulare solo le risorse disponibili, che le Regioni Meridionali trovino una piattaforma propositiva comune senza rifugiarsi nel meridionalismo piagnone. I 100 miliardi annunciati dal governo non sono soldi nuovi, ma per la loro spesa occorrono cabine di regia, nuove procedure veloci e governance democratiche.
Da parte sua la Regione Sicilia rimoduli la spesa dei fondi europei assicurando la copertura finanziaria (250 milioni secondo la proposta del Comitato No Povertà per i prossimi tre anni) per un’integrazione al reddito delle famiglie in povertà assoluta tramite il rilascio, dopo i dovuti accertamenti e controlli incrociati, onde evitare clientelismi e imbrogli, di una carta d’acquisto di beni e servizi, con ricarica automatica mensile, sottoposta all’obbligo della sottoscrizione di un patto d’inclusione sociale tra la famiglia e la Regione.
Cioè la Regione si impegna a procurare tramite i centri d’impiego (da potenziare) occasioni di lavoro e di formazione per tirare fuori dallo stato di povertà assoluta il nucleo familiare destinatario della carta. Niente soldi in mano, automatismi di accertamento e riconoscimento della condizione di povertà, per evitare quelle ignobili forme di asservimento e di scambio clientelare. Vi è, dunque, impossibilità di accesso ad ogni forma di penetrazione politicomafiosa.
Concluse le operazioni di verifica da parte della Commissione Referendum, a settembre il ddl sarà tecnicamente disponibile per essere discusso dall’ARS dove si confronterà con il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale sullo stesso argomento, con il quale quello d’iniziativa popolare ha vari punti di contatto, ma anche molte diversità che andranno esaminate dalle competenti Commissioni parlamentari e dall’Aula, noi speriamo entro l’autunno. Proprio così, entro l’autunno, anche perché spero che non si perdano anni come per l’altro ddl d’iniziativa popolare per l’acqua pubblica, tra crisi minacciate e riforme annunciate.
Non rinunciamo a costringere la classe dirigente siciliana, e quella nazionale, a prendere coscienza che dalla crisi attuale si esce solo con idee concrete per la crescita e non solo riequilibrando assessori e composizioni dei loro gabinetti, questioni che interessano ben poco quei milioni di siciliani che stentano ad arrivare alla fine del mese.
Chiederemo al Presidente dell’ARS , ai presidenti dei gruppi parlamentari e al governo di cogliere positivamente lo spirito d’iniziativa del Comitato No Povertà che ha messo insieme una platea di soggetti sociali di diversa cultura – dal mondo cattolico ai sindacati, dalla Confindustria al Terzo settore e all’Anci – che ha voluto lanciare un grido di allarme e una proposta di libertà. Infatti solo il lavoro e la solidarietà non soggetta a ricatto, rende liberi i cittadini e il loro voto.