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L’Italia ha una legge sull’autismo: c’è l’ok del Senato

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La commissione Igiene e Sanità approva, in sede deliberante, il testo licenziato dalla Camera con alcune modifiche: previsti entro 6 mesi i Lea sull’autismo. Hanau: “Meglio così non si poteva chiedere. Ora tutti al lavoro”. Nicoletti: “Legge del compromesso, non cambierà nulla”

 

ROMA – E’ legge, il tanto sospirato e dibattuto ddl sull’autismo: nato dall’unificazione di quattro proposte (De Poli, Ranucci, Padua e Zanoni), vivacemente discusso sopratutto nelle ultime settimane, il ddl, già approvato in prima lettura al Senato, poi passato alla Camera e da questa ritoccato, ha oggi ricevuto l’ok definitivo della commissione Igiene e Sanità del Senato, in sede deliberante. E’ quindi, a tutti gli effetti, legge.

“Sono molto molto soddisfatto – commenta Carlo Hanau, che ha seguito con attenzione la gestazione del testo normativo – Più e meglio di così non si poteva chiedere a una legge quadro. Ora non resta che mettersi al lavoro, tutti quanti, anche chi fino a ieri protestava che questa legge non andava bene. Ci aspettano sei mesi di intenso impegno”. Sì, perché uno dei due articoli aggiunti al testo dalla Camera prevede che, entro 6 mesi appunto, vedano la legge i Lea sull’autismo. “Ed è lì che si potranno e dovranno inserire tutte le indicazioni che venivano richieste e pretese – spiega Hanau – E’ quindi fondamentale lavorare tutti insieme, affinché questi Lea siano fatti bene”.

Restano, però, le perplessità di chi, da questo testo, si aspettava di più: “questa legge tratteggia solo una lieve cornice rispetto alle tante proposte che da associazioni e studiosi erano state presentate – coomentava infatti alcuni giorni fa Michela Serra, senatrice Cinque Stelle, promotrice di un dibattito sul tema proprio al Senato –. Certo una legge serve, ma il suo compito non può limitarsi a indicare le linee per i Lea: è necessario invece che contenga riferimenti precisi alla metodologia funzionale, visto che in Italia c’è ancora tanta confusione. Soprattutto per quel che riguarda l’inclusione scolastica, bisogna che i docenti abbiano una preparazione specifica e sappiano con esattezza quale metodologia utilizzare. E questo nella legge non c’è: si rischia quindi di mantenere tutto in mano ai privati, in isole magari felici, che però non accessibili a tutti. E’ questo il mio più grande timore e credo che questa legge avrebbe dovuto e potuto fare di tutto per scongiurare questo rischio”.

Critico anche Gianluca Nicoletti, giornalista e papà di un ragazzo con autismo: “E’ la legge del compromesso della non belligeranza, fatta col bilancino e incapace, quindi, di cambiare le cose”, diceva a Redattore sociale giorni fa. “Ognuno continuerà a seguire le terapie che vuole, le associazioni e le cooperative continueranno a fare il proprio lavoro e in materia di formazione dubito che ci saranno significativi cambiamenti”.

Plaudono, invece, i senatori Padua (Pd) e Romano (Aut), relatori del testo: “”Esprimiamo grande soddisfazione per un risultato importante, visto che i pazienti e le loro famiglie erano in attesa di questa norma da molti anni – commentano in una nota – La legge prevede, nel rispetto del riparto di competenze tra Stato e Regioni in materia sanitaria, interventi volti a garantire la tutela della salute, il miglioramento delle condizioni di vita, l’inserimento nella vita sociale delle persone con disturbi dello spettro autistico, l’aggiornamento delle linee guida, l’inserimento nei Lea della diagnosi precoce, della cura e del trattamento individualizzato, l’incentivazione della ricerca, le buone pratiche educative. Grazie a questa legge il Ssn offrirà alle persone con autismo interventi organici riconosciuti scientificamente – sottolineano ancora i senatori – Abbiamo raggiunto un grande risultato, grazie all’ascolto delle famiglie interessate, della comunità scientifica e delle associazioni che si occupano, nella quotidianità, della cura di persone che soffrono di questi disturbi. Per loro è essenziale che ora avvenga l’aggiornamento dei Lea, connesso a quelle delle linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell’appropriatezza degli interventi assistenziali nei disturbi pervasivi dello sviluppo. E le Regioni dovranno sviluppare, tra gli altri, progetti dedicati alla formazione e al sostegno delle famiglie che hanno in carico persone con disturbi dello spettro autistico e percorsi finalizzati all’inserimento lavorativo degli adulti. Il legislatore ha fatto la sua parte, ora l’impegno è di concretizzarlo e monitorarlo nella sua realizzazione territoriale”. (cl)

Da redattoresociale


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