Khaled Asaad, archeologo di 82 anni, a capo della direzione generale delle antichità e dei musei di Palmira per oltre mezzo secolo è stato decapitato dagli uomini dell’Isis in una esecuzione pubblica; la notizia è stata divulgata direttamente dall’Osservatorio siriano per i diritti umani. Imprigionato per oltre un mese, l’uomo era stato interrogato affinché rivelasse il luogo in cui aveva nascosto alla furia iconoclasta politica del califfato centinaia di reperti romani, dopo che a maggio la città era stata conquistata dai jihadisti dello Stato islamico.
Il corpo dell’archeologo dopo l’esecuzione è stato appeso a un’antica colonna nella piazza principale di Palmira -città patrimonio Unesco dell’umanità- secondo il responsabile del dipartimento delle antichità della Siria, Maamoun Abdulkarim.
La barbarie integralista delle frange estreme dell’Islam odierno non ci trasmette che sangue, una strategia dell’orrore cupa e cieca che devasta luoghi incredibili e uccide gli uomini e le donne che tentato a costo della loro vita di salvarli, l’essenza del fanatismo resta la morte.
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