Libertà di opinione significa anche “essere costretti” a pubblicare e a dare spazio sul proprio sito ad ogni sorta di insulti, bestemmie, volgarità, istigazione al nazismo, al razzismo, alla omofobia? Da tempo Articolo21, grazie al direttore Stefano Corradino, ha scelto di percorrere un’altra strada e di non dare voce a chi cerca solo una vetrina per le sue esibizioni e confonde l’opportuna radicalità delle analisi (che si fonda sulla profondità), con il radicalismo verbale che vive invece di superficialità ed esibizionismi verbali.
In questi giorni, il team che gestisce il sito della Stampa, ha deciso di cancellare i commenti volgari e razzisti e di “bannare” gli autori. Lo ha fatto dopo aver ricevuto indecorosi commenti a proposito di una bimba rom, Nicole, che ha stupito ricercatori ed insegnati per le sue straordinarie capacità di apprendimento.
Ai razzisti in servizio permanente non piaceva il fatto che Nicole fosse “rom” e ad un “rom”, per costoro, non deve essere consentito di eccellere in nessuna attività umana.
Questi signori, che hanno così voluto confermare di avere un quoziente intellettivo lontano anni luce da quello della bambina hanno pensato bene di inviare i loro latrati al sito de “la Stampa” che, altrettanto opportunamente, ha deciso di cancellarli e ha invitato gli altri lettori a ribellarsi, ad isolare i molestatori e a segnalare i loro indirizzi alla redazione.
Del resto, come ha ricordato l’associazione “Carta di Roma”, che in questo campo sta svolgendo davvero un lavoro straordinario, i principi deontologici già vincolano i giornalisti al rispetto delle identità etniche, religiose, politiche, sociali.
Nessuno può essere discriminato per la sua identità o diversità, per altro lo prevede la stessa Costituzione. Eppure da tempo, i siti e non solo i siti, sono intasati da commenti che violano apertamente questi principi, e non mancano neppure i politici che si fanno portavoce di atteggiamenti razzisti, discriminatori, diffondono a piene mani odio e sperano così di guadagnare altri consensi. Le loro voci, peraltro, sono spesso amplificate dalle tv, pubbliche e private.
La decisione dei curatori del sito de “La Stampa”, proprio perché scaturita dall’interno della redazione e non imposta da una legge, va nella direzione giusta, tentando di suscitare la giusta reazione professionale e civile.
Altri compiranno forse scelte diverse, ma questa iniziativa merita non solo sostegno ed imitazione, ma anche l’apertura di una discussione capace di coinvolgere tutti i comunicatori, professionali o volontari che siano, il mondo del volontariato e delle associazioni, la Federazione della Stampa e l’Ordine dei giornalisti e chiunque abbia a cuore i destini di una informazione libera da ogni condizionamento, ma anche rispettosa dei più elementari valori civili ed umani.
La libertà di informazione, infatti è tale se non si dimenticano anche i doveri nei confronti dei lettori e delle persone, a cominciare dalle più indifese ed esposte ad ogni aggressione, come le tante Nicole che popolano il pianeta.