Di Alessandro Cardulli
Renzi-Crozza parla agli italiani insieme alla ministra Madia. Spiega con domande e risposte i pregi di quella che chiama “riforma” della pubblica amministrazione. In precedenza, con la scusa di augurare buone vacanze ai “suoi” parlamentari aveva trovato il modo di raccontare quante belle “riforme” aveva fatto il suo governo. Dimentica che l’occupazione diminuisce, il debito pubblico aumenta, le tasse aumentano, il territorio frana. Nel frattempo ha concretizzato l’accordo con Berlusconi e i verdiniani sul nuovo presidente della Rai, Monica Maggioni, direttore di RaiNews24 che, ricordano in azienda, esultò nel 1994 per la vittoria elettorale dell’allora cavaliere, quando il giornalista Piero Vigorelli avvolto in una bandiera di Forza Italia, manifestava nei corridoi di Saxa Rubra. Renzi non contento ha fatto nominare dal ministro Padoan insieme alla Maggioni l’altro consigliere che gli spetta, Marco Fortis, renziano di ferro, cattolico integralista, docente di Economia politica alla Cattolica di Milano, naturalmente consigliere economico a Palazzo Chigi, un personaggio, dicono, che fa concorrenza al ministro tedesco Schäuble. Con il nuovo direttore generale il renzianissimo Campo Dall’Orto il quadro è completo. Queste nomine sono in piena sintonia con un Consiglio di amministrazione che peggiore non poteva essere. Un vero e proprio omicidio-suicidio della Rai.
Orfini Matteo, il presidente commissario: l’abbuffata al banchetto della lottizzazione
Poteva Orfini Matteo rimanere estraneo alla “giornata renziana”? Certo che no. Anzi, ha preceduto il premier con quell’attacco, culturalmente volgare, rivolto ai consiglieri di minoranza del Pd che in Commissione di vigilanza hanno osato votare per Ferruccio De Bortoli e non per comparse renziadi. Prima ha immagazzinato una sua collaboratrice nel Cda Rai, lui presidente del Pd e commissario del Pd romano avrebbe dovuto dare il buon esempio rifiutando la logica della lottizzazione. Poi ha dato lezione ai “gufi amici”, così Renzi aveva definito chi non era d’accordo con le sue “riforme”.
“La candidatura di De Bortoli? La sinistra del partito – ha detto Orfini – ha scoperto il fascino discreto della borghesia”. “È curioso -ha proseguito – che la sinistra Pd proponga il nome di De Bortoli, perché è un rappresentante di quell’establishment che giudico corresponsabile della crisi del Paese”. Ma ci faccia il piacere, direbbe Totò. Sarebbe interessante rileggere scritti, le interviste, dell’Orfini, prima dalemiano e poi giovane turco. Ora ultrà renziano, che ha in odio, o forse invidia, personalità libere del mondo del giornalismo, della cultura. Lui che non lo è più.
La conferenza stampa sulla “riforma” della P.A.: un condensato di cose ovvie. Il 112, numero magico
Torniamo così al “clou” della giornata renziana di ritorno dal Giappone. La conferenza stampa sulla “riforma” della P.A., un condensato di cose ovvie, banalità, gravi errori come lo smantellamento del corpo forestale, perché di questo si tratta, e poi una sorta di spoils system mascherato che riguarda i dirigenti, se non sono graditi al politico li trasferiamo. Per non parlare del numero magico, il 112, chiamatelo e risolverà tutti i vostri problemi. Si potrebbe continuare, ma francamente facciamo fatica a parlare di “riforma” quando i dipendenti pubblici da sette anni non vedono rinnovato il contratto perdendo migliaia di euro di stipendi e salari. Ma lui annuncia, con una faccia tosta degna di miglior causa, che la “riforma” sarà attuata insieme ai dipendenti. Pensa a una ripetizione della farsa sulla consultazione fasulla sulla scuola. Ma così come hanno dato battaglia e continueranno a darla, i lavoratori della pubblica amministrazione non staranno con le mani in mano. Come è abitudine del premier che non cede a nessuno il primo piano televisivo, la ministra Madia, titolare della “riforma” tenuta in secondo piano, a fare la bella statuina, un giochino che esisteva ai tempi della mia infanzia.
La “letterina” del premier a deputati e senatori: il mondo ci ama, pensate ai vostri figli
Renzi Matteo si era esibito in precedenza in un’altra farsa: la letterina inviata dal presidente ai suoi “dipendenti” per augurare loro buone vacanze. Si tratta di una innovazione che ha dato modo a Renzi di far conoscere quante “riforme” sono state approvate. Orfini se la prende con la borghesia lui con i “benpensanti”, le cui ire deve sfidare, non si sa perché. “Vacanza meritata – ha scritto – perché se vi voltate un attimo indietro e provate a ripercorrere il cammino di questo anno, resterete stupiti pensando alle cose che abbiamo portato a casa”. E poi il “mondo ci ama, l’Italia non è più il problema dell’Europa ma contribuisce a risolvere i problemi dell’Europa”. Ora “guardando alle cose portate a casa” si scopre che Renzi ha portato a casa una sessantina di leggi, non “riforme”, con l’orribile Jobs Act, ricorrendo a più di 50 voti di fiducia. I parlamentari non si sono stancati molto, è stato loro vietato di lavorare. Vogliamo ricordare che il governo Prodi nel biennio 1996-98 portò a casa 463 leggi con 42 voti di fiducia, che D’Alema nel 1998-2000 e poi Amato nel 2001 videro approvate 276 leggi con 5 voti di fiducia. Renzi, non avendo di meglio, ricorre al richiamo caramelloso, i figli. “Pensate ai vostri figli, vi prego. Per un decennio – afferma – ci hanno raccontato che l’Italia era finita, spacciata, esaurita. E ancora oggi nel racconto comune a tutte le opposizioni va tutto male, c’è solo crisi, il Paese è a rotoli. Non è così, naturalmente”. “Il futuro dei nostri figli è nelle nostre mani”. E poi la frustata: “A settembre, alla ripresa dell’attività parlamentare, ci sarà da correre ancora più forte. Per concretizzare tutti i nostri sogni, che già stanno diventando realtà, dovremo completare le riforme”. E ci infila il “taglio delle tasse”. Poi l’esplosione della peggiore propaganda, una leccata stucchevole: “Siete voi il cambiamento che l’Italia stava aspettando. Tutti ci dicevano che sarebbe stato impossibile rimettere in piedi questo Paese. Noi stiamo dimostrando che non lo era. Un affettuoso abbraccio e il miglior augurio di buone vacanze, allora”. Incredibile ma vero. Questo sì che è uno statista con i fiocchi. Scherziamo, ma come per carnevale, anche per le vacanze ogni scherzo vale.