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Il dramma profughi e quelle angoscianti visioni da guerra fredda

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Quello che sta avvenendo in questa bizzarra estate del 2015 è che, per la prima volta dopo molto anni, gli italiani sono meno fiduciosi del solito sul futuro dell’integrazione europea e del nostro ruolo in un vecchio continente che continua ad essere un’organizzazione sui generis perché ha una moneta comune ma con una globalizzazione mondiale che, sostiene Ilvo Diamanti sul quotidiano La Repubblica, influenza negativamente il rapporto tra lo spazio il tempo.

Un sondaggio abbastanza attendibile della società Demos attesta che da gennaio a giugno 2015 la sfiducia degli italiani nei confronti dell’Europa è cresciuta dal 33 al 42 per cento e addirittura, secondo una simile rilevazione, soltanto l’undici per cento degli italiani pensa che sia conveniente stare nell’Europa comunitaria.  Un simile stato di animo rafforza le polemiche che agitano Salvini, leader della Lega Nord ma anche singoli editorialisti che esaltano una sorta di pericolo dall’Africa e dall’Europa dei migranti di invadere il nostro spazio vitale e rafforzano atteggiamenti come quelli dell’autoritario ungherese  Orban.

In una simile situazione, emergono di nuovo le più angoscianti visioni della guerra fredda nei periodi peggiori, come il vecchio muro di Berlino o altri incubi del nostro passato di divisione e di contrasto tra le grandi potenze. Speriamo di uscirne con soluzioni più efficaci di quelle adombrate fino ad oggi.


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