“Esistono ancora in qualche parte del mondo giornalisti che fanno gli inviati speciali, anche loro specie in estinzione come elefanti e rinoceronti. Di questi ultimi ne sono rimasti in tutta l’Africa 21 mila bianchi e 4 mila neri, quest’ultimi in Kenya. E’ dal Kenya che ci arriva l’appello a smuovere l’opinione pubblica anche italiana, a chiedere ai giornalisti eletti in parlamento di fare leggi contro il commercio d’avorio e scaglie di corno, di guardare verso orizzonti nuovi. Anche l’orizzonte della biodiversità in terre lontane, massacrata dal nuovo colonialismo globale”.
Così scriveva nel 2013 Federico Orlando sul sito di Articolo21 richiamando, come frequentemente faceva, la categoria dei giornalisti a guardare al di là del proprio naso. E’ forse la lezione più importante che ci ha lasciato il presidente della nostra associazione scomparso l’8 agosto di un anno fa.
Il senso di un’informazione che rifugga i luoghi comuni, i facili stereotipi, l’autoreferenzialità. Che racconti i fatti prima di inerpicarsi nelle opinioni. Che i fatti li vada a cercare sul posto prima ancora che tra gli algoritmi della rete. Andando a scovare temi e notizie che rimangono oscurate.
Federico è stato uno dei primi sostenitori del progetto “Illuminare le periferie”, che presenteremo nel prossimo mese di settembre. Una “rete delle reti” che metta insieme le più diverse associazioni con lo scopo di accendere i riflettori sulle realtà cancellate dai media.
Compresi gli elefanti in estinzione.