Migranti e informazione: il giornalista deve sempre essere costruttore di ponti

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Alla fine degli anni ottanta ebbe uno straordinario successo Renzo Arbore con le sue trasmissioni della notte, intrise di satira su una serie di luoghi comuni, di cui la societa’ abbondava e abbonda e dell’effetto curva. Uomini contro donne, donne contro uomini,nord contro sud, sud contro nord. Una trasmissione da Rai, servizio pubblico, perche’ tra sorrisi e musica faceva riflettere su alcune inveterate e poco piacevoli abitudini.

Naturalmente “Quelli della notte” e “Indietro tutta” non poterono bastare per far cambiare rotta e oggi, a mio parere come parte negativa del bi o tripolarismo, il tentativo di urlare di piu’ per far sentire le proprie ragioni e’ ancora maggiormente accentuato. E’ certo piu’ difficile arbitrare le curve che i giocatori in campo,ma questo sforzo deve far parte della deontologia del giornalista. E del dna del servizio pubblico. Altro che par condicio,misurata col bilancino del farmacista. Il punto non puo’ essere scegliere da che parte stare,che per chi fa il mestiere di mediatore tra la fonte e il pubblico non puo’ prevalere,deve restare un’interiorita’ (sulla questione migranti non ho dubbi a essere dalla parte degli ultimi,ma non posso sottacere le difficolta’ di una situazione).

Bisogna garantire alle storie di umanita’ e solidarieta’ lo stesso spazio dedicato ai disagi che la tragedia delle guerre e delle poverta’ comporta verso chi non la vive e che invece diventa insofferente alla pressione di coloro che cercano di sfuggirvi. E non c’e’ dubbio che la curva anti-migranti che alimenta paure e fobie stia avendo sempre piu’ spazio, determinando peraltro solo l’amplificazione della problematica e non uno sforzo per una risposta che pur nella complessita’ della vicenda sappia essere autenticamente umana. Sempre il giornalista deve essere costruttore di ponti, spiegando e alimentando dialoghi piuttosto che tensioni. Un supplemento di doverosita’ c’e’ poi, quando, come in questo caso‎ il clima e’ gia’ elettrico e persino i dati numerici che dovrebbero essere oggettivi, diventano opinioni di curve.


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