Giunge alla 23a edizione il raduno mondiale degli scout che si svolge ogni 4 anni. Mille gli italiani, 147 le nazioni presenti. E i paesi più ricchi pagano una parte della quota dei più poveri. Pace, natura e cultura i filoni principali delle attività. La maggior parte dei ragazzi ha meno di 14 anni
ROMA – Oltre 30 mila scout, provenienti da tutto il mondo, per costruire insieme “uno spirito di unità”, come recita lo slogan di questa 23a edizione del raduno mondiale: un appuntamento fondamentale per lo scoutismo di tutto il mondo, che si rinnova ogni 4 anni, coinvolgendo migliaia di giovani, per lo più tra i 13 e i 14 anni, accompagnati da un contingente di capi. Quest’anno, è il Giappone ad accogliere tra le sue braccia questi piccoli “ambasciatori”, di diverse culture e diverse fedi, che insieme condivideranno i valori che accomunano, ad ogni latitudine, questi ragazzi: l’aiuto reciproco, la solidarietà, il rispetto per la natura, la pace. E i numeri sono di tutto rispetto: 147 nazioni, 33 mila partecipanti, circa mille gli italiani. In ogni città e paese, infatti, i diversi gruppi hanno selezionato uno o più “ambasciatori” che, suddivisi in “reparti di formazione”, si sono preparati, durante tutto l’arco dell’anno, a questo importante appuntamento. Un appuntamento che sarà particolarmente “social”, con un costante aggiornamento, da parte del gruppo dedicato alla comunicazione, del sito internet e della pagina Facebook.
Un’impresa davvero difficile da realizzare: far muovere decine di migliaia di ragazzi verso il Giappone, dotarli dello spirito e delle capacità necessarie per vivere un’esperienza come questa, far loro sperimentare la convivenza con centinaia di culture diverse, ma anche organizzare praticamente l’evento e rendere la partecipazione sostenibile dal punto di vista economico, perché nessuno resti escluso. L’impresa, infatti, non deve essere onerosa per nessuno, soprattutto per chi ha meno risorse: i diversi gruppi scout si sono quindi per lo più autofinanziati, attraverso diverse attività, così da reperire le risorse necessarie per assicurare una propria presenza in Giappone. E, particolare di non poco conto, i gruppi dei paesi più ricchi hanno versato una quota maggiore, per consentire anche ai ragazzi provenienti dai paesi più in difficoltà di raggiungere il lontano Giappone.
Il contingente italiano è già partito, per lo più tra venerdì e sabato, mentre gli ultimi arriveranno in queste ore: ad augurargli il buon vaggio, nei giorni scorsi, è stato lo stesso presidente Mattarella, che ha accolto una delegazione al Quirinale, evidenziando “l’esigenza di ritrovare le ragioni vere e piene della convivenza insieme, del sentirsi concittadini dello stesso Paese, della stessa comunità”. Prima di riunirsi nella vera e propria “jam”, gli scout verranno ospitati per tre giorni da famiglie giapponesi, per vivere la cosiddetta “Home hospitality”.
Le attività del Jamboree saranno divise in diverse categorie: quelle del “Global development village”, che avranno lo scopo di pace, ambiente, sviluppo e prevenzione dei disastri naturali; quelle culturali, per favorire lo scambio di esperienze e tradizioni e avvicinare, in particolare, gli usi giapponesi; e poi, ancora, quelle scientifiche, le visite turistiche a 19 città della provincia di Yamaguchi, le attività naturalistiche, le attività in spiaggia e in piscina e le attività dedicate alla pace, che si svolgeranno in parte presso il campo, in parte presso il Museo della pace di Hiroshima. (cl)