“Un grande regalo ai criminali” afferma il procuratore di Reggio Criminale, studioso della ‘ndrangheta, Nicola Gratteri di fronte alle norme in discussione davanti alle Camere del nuovo disegno di legge sul processo penale. Gratteri non ha dubbi sui pericoli contenuti in un disegno di legge come presentato dal governo Renzi, destinato-a quanto pare-a una rapida approvazione. Il giudice calabrese parte dal divieto di registrare un colloquio nascosto che produce una condanna fino a quattro anni di carcere:” noi- ricorda Gratteri- proponiamo continuamente i cittadini a collaborare con lo Stato nella lotta alle mafie, chiediamo che denuncino e non siano omertosi.
E’ davvero molto grave lanciare il messaggio lo Stato adesso vuole l’opposto, ovvero punire l’imprenditore che ha la prontezza di registrare col cellulare chi lo minaccia o gli chiede il pizzo. Anche perché gli avvertimenti arrivano una volta sola e poi arrivano le bombe. Abbiamo davvero bisogno dell’aiuto della gente nella raccolta della prova.” “La sua commissione-gli chiede il cronista de Il fatto quotidiano ha introdotto varie proposte alcune tacciate di eccessiva severità a tutela della privacy e il magistrato risponde: “Ma qui non si parla di un terzo che viene intercettato per errore o della vita privata di qualcuno che, pur non avendo nulla a che fare con un reato, finisce sui giornali. Io proteggo il diritto alla privacy di chi non fa nulla di male, non il diritto del mafioso a chiedere il pizzo in pace.
Questa proposta è un grande deterrente per chi vuole aiutarci nella lotta alle mafie: non vi è maggior tutela del privato, non vi è tutela delle indagini. In più lede il diritto alla informazione. Nella stessa direzione si pongono le considerazioni del presidente emerito della Consulta Giovanni Maria Flick ex ministro della Giustizia. ” Il testo-ha dichiarato Flick, dopo aver letto l’emendamento del deputato centrista e popolare Pagano-sembra voler punire chi diffonde le intercettazioni, non chi le fa.
E questo mi pare un poco freudiano da parte dei politici.” “Registrare il contenuto di una conversazione privata, e magari divulgarlo, è lecito perché, come la Corte di Cassazione ha ripetuto ancora una volta- l’articolo 15 della nostra Costituzione considera inviolabili la libertà e la segretezza della conversazioni che va quindi difesa solo contro le intercettazioni di terzi, non contro un uso che uno degli interlocutori faccia di quanto gli è stato detto. Se l’intercettazione avviene in modo illecito in una conversazione di terze persone, il reato c’è già. Se partecipo alla conversazione posso registrare, che lo sappia o meno il mio interlocutore. Se offendo il suo diritto all’immagine, riprendendola contro il suo consenso, potrà reagire tutelando la propria immagine in sede civile.”
Sull’emendamento Pagano interviene anche l’ex procuratore capo presso il Tribunale di Torino Giancarlo Caselli: “Sono stati avanzati ritocchi all’emendamento Pagano che potrebbero evitare i possibili intralci alle indagini ma se dovesse passare così come è i guasti sarebbero imponenti. E’ un pericolo che va evitato non solo per la praticabilità delle indagini ma anche per la sicurezza dei cittadini.”