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Un nuovo Iran per la pace in Medio Oriente

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Patto storico,pace nucleare, scrivono Corriere e Repubblica, ma a me piace il titolo del Pais: “Il mondo dà il benvenuto a un nuovo Iran senza armi nucleari”. L’accordo è presto detto: l’Iran vede riconosciuto il suo diritto a usare il nucleare per scopi civili ma non militari e accetta più stringenti controlli internazionali. In cambio vengono meno le sanzioni che avevano tenuto quel grande paese ai margini dei commerci, degli scambi culturali e delle rotte turistiche, Di notte, una folla di ragazzi in festa ha invaso le vie di Teheran

Salam Donia, Salam Soly! Gridano: ciao mondo! Ciao pace! Racconta il Corriere. Ecco il nuovo Iran, un paese con una società civile forte, consapevole e colta, nonostante, dopo il 79, la repubblica islamica sia stata costruito intorno al potere degli Ayatollah e della Guida Suprema. Si può credere a questo nuovo Iran? Si deve! D’altronde neppure il tentativo -sempre negato da Teheran- di costruirsi la bomba, sarebbe stato del tutto irragionevole, visto che nella regione quell’arma la possiedono già sia Israele sia il Pakistan sunnita e talebano.

La follia dell’imperialismo e la grandezza di Obama. L’Iran come stato canaglia è una costruzione americana. Nel 1953 un colpo di stato contro il liberale Mossadeq, gestito dalla Cia e sostenuto dal clero sciita (!) porta al potere lo Scià, crea un regime fantoccio: il petrolio passa dagli inglesi agli americani. La stessa rivoluzione del 79, nata a Parigi nel nome di Khomenei, all’inizio aveva al suo interno una componente liberal-nazionale. Gli Stati Uniti non vollero far distinzioni e, dopo la presa della loro ambasciata e degli ostaggi, scatenarono contro l’Iran una guerra totale, usando per 8 anni Saddam Hussein, allora alleato degli USA, prima di divenire a sua volta canaglia da impiccare. Obama ha sanato questa ferita antica, così come sta facendo con Cuba. Solo per questo si sta meritando il nobel per la pace.

Trema il califfo, ringhia Israele, teme l’erede di Āl Saʿūd. La lotta contro il Daesh riparte ora sul piede giusto. Sciiti (iraniani) e Curdi (iracheni, siriani, turchi) possono strappare città e deserto ai tagliagole. Le tribù sunnite, non più certe dell’appoggio che potranno dargli i Sauditi, cercheranno presto un’intesa. Certo Israele fa e farà fuoco e fiamme. Perché si illude di poter aver ragione dei sunniti, mettendoli sempre gli uni contro gli altri, Fatah contro Hamas, Daesh contro Fratelli Musulmani, mentre non vuole un Iran forte nella regione e teme Hezbollah, il partito sciita al quale proprio Israele ha regalato il Libano dopo l’invasione. Il punto che Israele deve cambiare: non può fondare il suo futuro sull’apartheid e la guerra preventiva E devono cambiare – meglio, dovrebbero essere rovesciate- le monarchie sunnite del Golfo, ispiratrici e finanziatrici del terrorismo islamico. Accordo storico quello raggiunto ieri?  Sì.

Ancora sui guai dei vincitori. Il fondo monetario internazionale critica Europa e Germania. Lo narra Plateroti sul Sole: senza ristrutturare il debito greco le misure imposte domenica soffocheranno quell’economia e renderanno carta straccia i titoli in mano ai creditori.Piero Ignazi, Repubblica, prevede che l’atto di forza tedesco rafforzerà la destra populista in Europa e Stefano Folli avverte Renzi che gli elttori populisti (Lega e 5Stelle) potrebbero convergere,nel ballottaggio dell’Italicum, e rimandarlo a Regnano, Non gli resta che trasformare il fu Pd in un partito di destra-centro-sinistra. Con Verdini, Cosentino e pure con Barbato, che mangiò mortadella per festeggiare la caduta di Prodi.

La socialdemocrazia è finita, dice Landini al Fatto. Il segretario della Fiom spiega che in Grecia organizzerebbe uno sciopero contro la Merkel. Sul Corriere, invece, Cassese e Salvati, uomini di buone letture, sostengomo che domenica non è successo niente che non fosse già scritto nel lungo processo di cessione all’Europa delle sovranità nazionali. Se non fosse che una nazione (e che Nazione!) ha deciso per tutti. Se non fosse che mancano forme europee di controllo democratico su quel che decidono l’euro summit e l’euro gruppo!


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