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Taranto-Ilva. Un mare bollente  di rinvii a giudizio nel processo ambiente svenduto

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In un giorno caldissimo di Luglio si era tenuta a Taranto, presso la caserma dei Vigili del Fuoco ,  l’udienza preliminare del processo Ambiente Svenduto,  durato circa  dieci ore. Il gup Vilma Gilli aveva  rinviato  la decisione al  23 luglio. Avevano  parlato i difensori e per l’ex presidente della Regione Puglia Nichi Vendola era stato  chiesto il non luogo a procedere per insussistenza del fatto,   per inutilizzabilità delle dichiarazioni rese a sommarie informazioni testimoniali in quanto  fornite senza le garanzie della presenza del legale di fiducia.

La  Procura di Taranto aveva  intimato lo spegnimento immediato dell’altoforno 2 all’Ilva. Il custode giudiziario del siderurgico,  Barbara Valenzano, aveva  chiesto  all’azienda  di attuare  il decreto di sequestro preventivo senza facoltà d’uso emesso dai pm quando si verificò  l’incidente ad Alessandro Morricella che ne causò la morte   a giugno, e aveva   chiesto  inoltre di essere informata entro il 24 luglio circa l’attuazione del cronoprogramma  relativa allo  spegnimento dell’altoforno killer.

Le attese erano  grandi per il Gup che si doveva esprimere giovedi 23 luglio  su 47 richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla procura e contro 44 persone e 3 società nell’inchiesta “Ambiente Svenduto” relativa al  disastro ambientale che  Ilva ha causato ad una intera città e ad una comunità che ancora non vede fine ad una giustizia negata.  52 imputati ,alcuni avevano  scelto di patteggiare  e attendevano  giudizio  con rito abbreviato. Emilio Riva, patron dell’Ilva,  era il cinquantatresimo imputato, ma è deceduto.

In attesa di conoscere chi e  se sarebbero stati i rinviati a giudizio, gli assolti ed i condannati, si ricordano i nomi,   importanti, tra cui  l’ex assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro,  parte dell’ultima giunta di Nichi Vendola, l’ex governatore, l’ex consigliere regionale Nicola Fratoianni, l’ex Presidente della Provincia di Taranto Gianni Florido, l’ex sindaco di Taranto Ezio Stefàno, il direttore generale dell’Arpa Puglia, Giorgio Assennato,l’ex segretario dell’ex Arcivescovo di Taranto, Mons. Marco Gerardo,   il consigliere regionale della Puglia, Donato Pentassuglia,  i proprietari dell’Ilva, Nicola e Fabio Riva, l’ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso, dirigenti dell’Ilva, sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al disastro ambientale. Nichi  Vendola è imputato  per concussione aggravata in concorso con Fabio Riva. Ezio  Stefàno , Sindaco di Taranto, sarebbe imputato per  omissione di atti d’ufficio.

Sono circa  800 le partici civili ammesse al processo, tra cui associazioni ambientaliste, i parenti delle vittime, operai deceduti,  sindacati,   istituzioni tra cui  il Comune, la Provincia di Taranto, la Regione Puglia e  i ministeri di Salute e Ambiente.

E questo giovedì 23  luglio bollente  si è rivelato per molti degli imputati, perché la decisone del Gup è giunta prima dell’ora di pranzo, quando la colonnina di mercurio segnava 40 gradi a Taranto e del cuore di chi attendeva nemmeno i battiti più si percepivano…ed è l decisione  che tutti coloro che in questo processo hanno scritto pagine e pagine di parole, spesso raccontando di anime volate via col nome Ilva sulle labbra, implorando giustizia, chiedendo nelle notti insonni,  trascorse sulle carte per capire dove e come provare la connessione tra inquinamento e morte, tra giustizia negata e Stato silente, tra corruzione e collusione, tra chi vedeva e taceva e chi subiva e moriva…una sola cosa… la verità, quella si cercava.

E la verità adesso emergerà nel processo perché il Gup ha deciso, assolvendo qualcuno, condannando qualcuno, ma rinviando tutti gli altri, coloro che in Regione, Provincia e Comune decidevano, di agire o meno, di parlare o meno, di salvare questo territorio e tutte le sue anime… o meno.
Assolto l’ex assessore all’Ambiente della Regione Puglia Lorenzo Nicastro perché il fatto non sussiste. Per gli imputati che avevano scelto il rito abbreviato c’è Mons. Marco Gerardo ex segretario dell’ex Arcivescovo di Taranto  Mons. Benigno Luigi Papa, condannato a dieci mesi di reclusione, pena sospesa per le condizioni della legge.

La lettura delle decisioni del Gup Gilli è la seguente :” dispone il rinvio a giudizio per tutti i restanti imputati per l’udienza dinnanzi alla Corte d’Assise del Tribunale di Taranto che si terrà il 20 ottobre prossimo, aula Alessandrini ovvero luogo diverso che verrà indicato nel  decreto che dispone il giudizio”.

Il Procuratore  Capo della Repubblica  Franco Sebastio ha dichiarato : “Sembra che l’istanza accusatoria che portiamo avanti dal mio ufficio abbia trovato quasi completo, totale accoglimento nella decisione del giudice dell’udienza preliminare. Questa pronuncia ci rassicura un po’. A quanto pare errori madornali non ne avremmo commessi”.

Ora tutti al mare, gli assolti felici, i rinviati forse un po’ preoccupati, e tutti coloro che di questo processo conoscono anche le pause e i silenzi attenderanno questo 20 ottobre per vedere quale verità verrà fuori e quanti avranno il coraggio e la dignità di lasciare per un attimo poltrone ed incarichi per difendersi e restituire senso a ruoli e funzioni, facendo quel gesto che ogni persona sensibilmente dotata di ragionevolezza dovrebbe compiere, quel difficile ma doveroso passo indietro perché Regione, Provincia e Comune sono istituzioni pubbliche e di trasparenza ed onestà dovrebbero essere vestite.

Foto di Vincenzo Aiello


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