Santo Della Volpe e gli amici di Radio Shabelle

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Da pochi giorni ci ha lasciati Santo Della Volpe e l’abbiamo salutato tutti insieme, con la moglie Teresa ed il figlio Sebastiano, a Roma, nella Basilica di Sant’Agnese, con una singolare cerimonia guidata dall’impareggiabile Don Luigi Ciotti a metà tra il rito religioso e quello civile, tra un Padre Nostro recitato tenendoci tutti per mano e tante testimonianze dei suoi amici, di chi gli è stato più o meno vicino tanti anni fa o in tempi più recenti.

Sicuramente gli ultimi amici che ha conquistato Santo Della Volpe sono i cinque giornalisti somali di Radio Shabelle che, dalla presidenza della Federazione Nazionale Stampa Italiana – FNSI, lui ha fortemente voluto portare in Italia per testimoniare l’insostituibile diritto dell’uomo alla libertà di espressione.

Si è trattato di una vera e propria impresa nella quale si è impegnato per un mese e più, affermando che solo quando l’avesse completata avrebbe potuto “andare in pensione” ed intendeva con questo eufemismo proprio raggiungere quel riposo eterno che la tremenda malattia gli aveva promesso ormai irreversibilmente.

E’ stato di parola. Ancora la sera prima di lasciarci, era impegnato col Segretario Raffaele Lorusso nelle ultime incombenze che quell’avventura aveva imposto alla FNSI.

E quale avventura!!

Con la collaborazione dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, di Articolo21, dell’Associazione Migrare e della Farnesina, Santo Della Volpe ha portato alcuni giornalisti di Radio Shabelle dal carcere ipogeo di Mogadiscio, fuori del quale non avrebbero in ogni caso più potuto diffondere liberamente la loro voce ed il loro punto di vista sui fatti del mondo e della Somalia in particolare, sino agli applausi dei colleghi italiani nel grande salone della FNSI e, poi, ai fasti dei Palazzi di Roma, salutati dal Presidente del Senato Piero Grasso e dalla Presidente della Camera dei deputati Laura Boldrini che a lungo si è intrattenuta per conoscere i dettagli della loro esperienza umana e professionale.

Oggi il destino ci ha privati della voce diretta di Santo Della Volpe. La possiamo riascoltare nelle registrazioni del passato, ma sappiamo che le voci dei giornalisti di Radio Shabelle, che lui ha strappato al silenzio delle torture elettriche e dei sotterranei dove non arriva mai il sole e i bagni sono aperti una sola volta al giorno, si faranno sentire in futuro alte e forti contro tutti i soprusi e gli abusi, contro coloro che pensano che a strappare la lingua alla stampa si governi più a lungo e più tranquilli e che non capiscono che è solo dal dibattito e dalle critiche che nasce una società più giusta.

Nella voce dei giornalisti liberati dalla Somalia, che già si è levata dal sito:http://waagacusub.net/play.php?action=video&id=434&do=video in un’intervista di Dahir Calasow facendo tremare alla radice il regime di Damul Jadid dei Fratelli Musulmani, riconosciamo le qualità universali della libera stampa e della libertà di espressione che così bene ha rappresentato nella sua vita Santo Della Volpe.

Ciao Santo e grazie ancora.

Fonte: blog Repubblica


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