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Gli ex coordinatori e portavoce Rete Studenti e Udu: “L’eredità di Santo, amico e maestro”

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Quando pensiamo a Santo la prima immagine che ci viene in mente è il palco del 12 marzo 2011: la manifestazione nazionale per la Costituzione di cui lui fu tra i promotori, presentatore e animatore della giornata. Una manifestazione importante perché nata alla fine di una straordinaria stagione di mobilitazioni iniziata anni prima: dal movimento studentesco del 2008, alla mobilitazione contro la legge bavaglio, fino alle proteste per la riforma Gelmini del 2010 e alla grande piazza di “Se non ora quando”. Mobilitazioni nate nella società e che hanno fatto intravedere orizzonti di speranza nel primo drammatico periodo di crisi globale: un’importante stagione di partecipazione spontanea che ha fatto da locomotiva alla grande stagione referendaria di giugno 2011. Pensando a Santo ci vengono subito in mente molte di quelle giornate passate con lui, emozioni che abbiamo avuto la fortuna di vivere insieme ad altre persone fantastiche con cui ci siamo trovati in un sentimento di insofferenza comune e di voglia di dire la nostra, un percorso che ricordiamo sempre con grande gioia e, nella palude morale e politica in cui stagniamo attualmente, con un po’ di nostalgia. Oggi fa strano pensare che Santo non ci sia più. Santo Della Volpe per noi studenti è stato un amico e un maestro, un

punto di rifermento importantissimo, un esempio con il suo costante impegno nelle battaglie per la libertà di stampa e di informazione, in cui lui e i suoi colleghi di Articolo 21 ci hanno sempre coinvolto, convinti che non potesse essere una battaglia per addetti ai lavori ma che dovesse riguardare tutti, in primis noi giovani. Non era un coinvolgimento retorico, di facciata, ma un vero impegno di narrazione e contaminazione: nella passione con cui portava avanti il suo lavoro era costante la voglia di raccontare le nostre piazze e il nostro mondo, di ascoltarlo e capirlo, di fare emergere le nostre ragioni, spesso anche discutendo con colleghi che meno rilievo davano alla causa dei giovani e degli studenti rispetto a lui. Chiamare Santo

per noi era una certezza: quella di avere ascolto, disponibilità, voce e spazio in un racconto che spesso ci esclude o, nel migliore dei casi, minimizza e stigmatizza le nostre ragioni. Per tutto questo l’abbiamo sempre considerato più che un prezioso alleato, uno di noi. Santo ha sempre considerato la partecipazione dei giovani come una ricchezza, un punto di vista mai da guardare dall’alto in basso, con occhio stanco o atteggiamento di sufficienza. Avere una visione di chi guarda il mondo con occhi più giovani, con prospettive e aspettative diverse, era per lui un elemento fondamentale. E’ venuto a mancare un maestro per noi, in un Paese in cui di maestri ce ne sono pochi, per questo vogliamo ricordarlo con affetto e ammirazione e con l’amarezza di un vuoto che Santo lascia a chi lo ha, come noi, per professionalità e disponibilità, per sensibilità, sempre guardato come un punto di riferimento. Oggi oltreché tristi sentiamo nelle nostre mani una grande responsabilità: le battaglie sulla legalità e per la libera informazione da lui sempre portate avanti rappresentano la vera eredità che ci lascia. A tutte quelle persone che hanno fatto tante battaglie con lui (dai luoghi dell’informazione, nelle associazioni e nel resto nella società) compresi noi ormai un po’ meno giovani, Santo consegna un lascito importante: quello di portare avanti le ragioni delle sue battaglie. Siamo sicuri che questo sarà il miglior modo per onorare la sua memoria, la sua passione, e non dimenticarci mai del sorriso che sembrava non perdere mai e con cui sempre ci ha accolto.

Ciao Santo e grazie di tutto.

Giorgio Paterna – ex Coordinatore Nazionale Unione degli Universitari

Sofia Sabatino – ex Portavoce Nazionale Rete degli Studenti Medi

Michele Orezzi – ex Coordinatore Nazionale Unione degli Universitari

Daniele Lanni – ex Portavoce Nazionale Rete degli Studenti Medi


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