80 anni dalla Liberazione, verso il 25 aprile 2025

Quattro giornalisti querelati da cardinale Bertone. Pm chiede processo

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Il Gup di Roma deciderà a ottobre. Rischiano fino a 6 anni di carcere. Ex segretario di stato Vaticano nega qualsiasi ruolo nel caso Boffo del 2009

Sta facendo il suo corso la querela annunciata a luglio del 2014 (vedi) dal cardinale Tarcisio Bertone contro quattro giornalisti accusati di diffamazione aggravata. Sono l’ex direttore del Giornale Vittorio Feltri, il direttore del settimanale l’Espresso Bruno Maffellotto e due cronisti dello stesso periodico. Il 15 ottobre 2015 il Giudice per l’udienza preliminare di Roma deciderà come andare avanti. Il pubblico ministero Francesco Scavo si è già pronunciato per il rinvio a giudizio. Rischiano una pena detentiva da sei mesi a sei anni di reclusione.

Tarcisio Bertone, ex segretario di stato vaticano ha accusato i giornalisti di diffamazione aggravata facendo riferimento a una intervista di Feltri a l’Espresso, nella quale l’ex direttore del “Giornale” ha affermato che Bertone, nel 2009, quando era segretario di stato del Vaticano, avrebbe avuto un ruolo nel cosiddetto “caso Boffo”, ovvero nella diffusione di notizie infamanti rivelatesi false sul conto del giornalista Dino Boffo, allora direttore di “Avvenire”, di proprietà della Conferenza Episcopale Italiana. La diffusione di quelle notizie indusse Dino Boffo a lasciare l’incarico di direttore del quotidiano.

Nel 2014 Vittorio Feltri, allora direttore de Il Giornale, ha raccontato al’Espresso che Alessandro Sallusti, nel 2009 condirettore del Giornale, gli disse che la fonte dell’informativa di polizia su Boffo (successivamente rivelatasi falsa) era il cardinale Bertone. In quel documento si affermava che l’ex direttore di Avvenire era un omosessuale “attenzionato dalle forze dell’ordine”.

Dopo la pubblicazione dell’intervista il cardinale ha smentito categoricamente la ricostruzione” dell’Espresso definendola “falsa e offensiva”, ha affermato di non aver “mai consegnato nessuna ‘velina’ su Boffo a chicchessia, né tanto meno di essere stato all’origine di tale fatto”, e ha precisato che “dell’incresciosa vicenda dell’ex direttore di Avvenire” aveva appreso dai giornali.

ASP

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