22 luglio 2015. Dopo 41anni e 55 giorni gli 8 morti e oltre 100 feriti di Piazza della Loggia di Brescia hanno due colpevoli condannati all’ergastolo dopo 3 inchieste e 13 processi: Carlo Maria Maggi, comandante della cellula veneta di Ordine Nuovo (aveva scampato l’ergastolo per le stragi milanesi di Piazza Fontana e quella alla Questura, già condannato per reato associativo per la strage di Peteano e per la ricostruzione del partito fascista), e Maurizio Tramonte (nome in codice “Tritone”) il fascista spione di Gianadelio Maletti, il generale del Sid (servizi segreti militari) condannato per depistaggio della strage di Piazza Fontana, che non passò le informazioni di “Tritone” ai magistrati che indagavano sulla strage, anzi, di più, mentì durante l’interrogatorio, avvenuto tre mesi dopo la strage, per proteggere il gruppo eversivo di Maggi, che era molto di più di un “distributore” di esplosivo, era il proconsole al Nord di Pino Rauti, il fondatore di Ordine Nuovo, partecipava alle riunioni organizzate da Gian Gastone Romani responsabile e consigliere regionale del Msi in Veneto.
L’esplosivo usato per la strage era stato conservato nella trattoria di Venezia “Scalinetto” dove si riunivano i militanti di Ordine Nuovo agli ordini di Maggi. La gelignite fu consegnata da Carlo Digilio (condannato per la strage di Piazza Fontana) a Marcello Soffiati che la portò a Brescia. I due nel frattempo sono morti, quindi non processabili.
Ancora una strage di matrice fascista, come quella di Bologna, ma finalmente impunita. Questa condanna dimostra, se mai ce ne fosse stato bisogno, l’importanza della memoria. Nel nostro paese non è la magistratura (i pm non restano ma passano da una procura all’altra) o la politica (basti pensare ad Andreotti e Cossiga con Gladio, il tentativo di depistare la strage del 2 Agosto con la pista palestinese, Gelli e la P2, governi con ministri fascisti come Alemanno e La Russa, la Lega con Salvini che legittima nelle piazze i fascisti del terzo millennio di CasaPond, esponenti di Forza Nuova che frequentano radio e tv invitati come tutori della vita sociale, gli intrecci tra fascisti, banda della Magliana e mafia capitale), ma le associazioni dei famigliari delle vittime sono i detentori della memoria, cioè coloro che portano fuori e dentro i segni fisici e morali delle bombe. Ferite mai rimarginabili.
Il giorno della condanna non è un giorno di gioia ma di giustizia. Il capo di Ordine Nuovo del Veneto Carlo Maria Maggi, oggi ottantunenne, probabilmente non andrà mai in galera. “Poco importa” hanno dichiarato i famigliari delle vittime “a noi interessa la responsabilità”. Anche la storia dei fatti: come sono realmente accaduti, chi e perché ha tentato di depistare, i mandanti.
Quello che sarebbe importante che la storia delle stragi, il percorso stragista che iniziò con Portella della Ginestra, fascisti che si mescolano con mafiosi, diventasse materia insegnata nelle scuole. I nostri giovani hanno il diritto di sapere e chi ha memoria il diritto di raccontare.