Camilla Conti sul
Giornale.it a proposito della vicenda Gabanelli-Corriere della Sera chiude il suo articolo scrivendo: “In via Solferino perderanno invece approfondimenti in esclusiva come l’ultima firmata dalla Gabanelli lo scorso 29 giugno sull’ennesimo aumento di capitale del Monte dei Paschi (…). Sacrificata sull’altare dei risparmi. O, peggio, su quello costruito da manager vendicativi”.
Per ricostruire in modo completo le vicende-inchieste di Milena Gabanelli e la sua squadra, che evidentemente hanno pestato i piedi a qualcuno, basta un po’ di tempo e pazienza e smanettando in rete si trova, fortunatamente, tutto. Ciò che la contrario, non è messo agli atti, spesso – che invece ricorda con il suo arguto e raffinato senso della comicità/realtà Maurizio Crozza (
https://m.youtube.com/watch?v=52GV1z4X-Lk) – è come la giornalista non faccia sconti a nessuno per davvero: dalla pizza al caffè, dalla finanza alla politica i servizi hanno la stessa qualità nello svolgere una stessa identica funzione: informare a dispetto degli amici degli amici.
Quando ti sintonizzi su Report non ci sono storie: rimani incollato a ciò che viene raccontato e descritto dentro e fuori da quello studio. Perché sai che riguarda tutti noi. Puoi scegliere di girarti dall’altra parte ma sicuramente la volta successiva che andrai a mangiare una pizza una sbirciatina sotto la darai per vedere il grado di bruciacchiatura della base che può contenere elementi cancerogeni.
Un giorno parlando con un illustrissimo collega giornalista che bazzica i palazzi, parlando del giornalismo svolto da Report, l’ha definito “menagramo”. Certo, legittimo pensarlo anche se preferisco poter scegliere di essere informata piuttosto che no. Milena Gabanelli al termine delle sue puntate inizia il rosario delle cause penali e giudiziarie – nella maggior parte delle volte vinte – e in quella stessa ricostruzione cronologica ci si rende conto di quanti anni passino tra l’avvio e la chiusura di un procedimento giudiziario: le immagini del servizio in questione sembrano quelle di un vecchio archivi impolverato anche se magari sono passati “solo” otto anni: tempi medi di durata di un processo civile. Per chi vive nel giornalismo è quasi normale ma non per il cittadino normale al quale magari quegli stessi anni di un’eventuale pendenze con la giustizia sono pesati come macigni. Ma tornando a Milena Gabanelli la ricostruzione di Conti rispetto a quanto è stato deciso al Corriere della Sera è molto interessante. Atto primo: cospicuo taglio del compenso della somma destinata alla redazione di “Report-Time”. Atto secondo (forse inaspettato) : Gabanelli accetta la decurtazione e dunque segue la nota in cui viene messo nero su bianco che il suo mancato rinnovo è una valutazione editoriale. Forse proprio perché non sono piaciuti i servizi sulla pizza bruciacchiata e su na’ tazzulella e’ cafè…
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