Inaccontentabili. Così molti media dipingono i richiedenti asilo bloccati per mesi nei centri di accoglienza
L’ultima protesta è stata a Eraclea, in provincia di Venezia: «II cibo? I profughi lo gettano in strada», scriveva il Giornale il 28 luglio, cavalcando l’onda della polemica scatenata da un post di Giorgia Meloni sul tema:
Eraclea (Venezia): ieri sera gli immigrati ospiti del residence “Mimose”, per protestare contro il cibo considerato a…
Posted by Giorgia Meloni on Lunedì 27 luglio 2015
A smascherare le bugie contenute nel post della Meloni ci ha pensato La Stampa («Le 3 bufale di Giorgia Meloni sulla rivolta degli immigrati a Eraclea»), ma intanto il contenuto è stato condiviso oltre 57 mila volte, ricevendo 43 mila “Mi piace” e generando più di 17 mila commenti.
È solo uno dei tanti episodi in cui le ragioni del malcontento dei richiedenti asilo, invece di essere ricercate e spiegate, sono ridotte a ragioni quali: «il cibo fa schifo», «vogliamo il wi-fi», «la struttura non è bella», «manca la televisione». Queste sono le parole che si leggono nei titoli – ormai è una consuetudine – quando i migranti ospiti di un centro di accoglienza protestano.
Le ragioni delle tensioni, normalmente, sono ben altre: i lunghi tempi d’attesa per l’esito della domanda d’asilo e le difficoltà incontrate nel presentarla, l’allontanamento dalla regione della commissione territoriale che valuta la richiesta, il sovraffollamento delle strutture (o la gestione mafiosa delle stesse) che rende a volte inadeguati i servizi offerti (materassi a terra, cibo in quantità e qualità scarse, pulizie rare, carenza di lezioni di lingua ecc). Di tutto questo nei titoli non si parla, mentre si preferisce invece parlare di richiedenti asilo insoddisfatti nonostante “la vacanza in hotel con tanto piscina generosamente offerta dall’Italia”, un’immagine surreale quanto lontana dalla realtà.
Consigliamo la lettura di un articolo di Vice che recupera e verifica alcune delle false notizie di questo genere più diffuse: «Abbiamo preso le peggiori bufale sull’immigrazione e le abbiamo verificate», di Claudia Torrisi.