L’anima corporativa sopravvissuta alla caduta del fascismo nelle associazioni imprenditoriali e in qualche misura nei sindacati dei lavoratori è fonte di ispirazione delle riforme renziane in materia di rapporto di lavoro. L’ultimo decreto legislativo, n. 81 del 15 giugno 2015, delega agli accordi sindacali funzioni normative in varie materie di rilevante importanza: le “collaborazioni organizzate dal committente” (ex co.co.co.), la possibilità di demansionamento, gli effetti dell’assegnazione a mansioni superiori, il lavoro supplementare richiedibile agli assunti part-time, le clausole elastiche relative alla collocazione della prestazione lavorativa, i periodi di prova e di comporto per malattia nei contratti a tempo parziale, il ricorso al lavoro intermittente, l’indennità di disponibilità, la durata dei rapporti di lavoro a tempo determinato in caso di successione di contratti, le proroghe dei contratti a termine per attività stagionali il contingentamento delle assunzioni a tempo determinato, le informazioni da rendere alle rappresentanze sindacali in merito all’utilizzazione del lavoro a termine, la precedenza nelle assunzioni, l’accesso alla formazione, le graduatorie per l’assunzione dei precari, i limiti in materia di contratti di somministrazione, le erogazioni ai somministrati in dipendenza dei risultati conseguiti, la disciplina e i limiti del contratto di apprendistato, l’accesso all’apprendistato professionalizzante, il lavoro accessorio.
Il legislatore precisa infine all’art. 51, che salvo diversa previsione, ai fini del decreto, per contratti collettivi si intendono i contratti collettivi nazionali, territoriali o aziendali stipulati da associazioni nazionali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale e i contratti collettivi aziendali stipulati dalle loro rappresentanze sindacali aziendali ovvero dalle rappresentanze sindacali unitarie.
Una così ampia delega, per lo più in bianco, alla contrattazione sindacale, ripropone l’esigenza di attuare l’art. 39 della Costituzione che prevede i sindacali registrati con ordinamento a base democratica e con capacità di stipulare contratti con efficacia obbligatoria. La democrazia sindacale e l’esistenza di limiti alle possibilità di delega normativa ai sindacali saranno i temi più rilevanti del dibattito politico in materia di lavoro. Altra questione che prima o poi si dovrà porre è quella della responsabilità dei sindacati verso i loro iscritti.