Camporese: “Persi il 16% degli occupati”
Il presidente Andrea Camporese ha spiegato che “il progressivo aggravarsi dello stato di crisi del settore dell’editoria con la conseguente perdita dei rapporti di lavoro e il sempre più massiccio ricorso agli ammortizzatori sociali ha fatto registrare una grave sofferenza della gestione previdenziale” aggiungendo che “tale crisi ha comportato da un lato, una rilevante perdita dei rapporti di lavoro pari a circa il 16% negli ultimi cinque anni – con un tasso di contrazione dei livelli occupazionali in ambito giornalistico maggiore di 6,4 volte a quello della generalità del sistema Paese – e dall’altro, un sempre più intenso ricorso agli ammortizzatori sociali (nel 2014 il numero dei giornalisti che hanno beneficiato del trattamento di disoccupazione sono stati 2.013, della Cigs 772 e dei contratti di solidarietà 2.858)”.
Nell’editoria una crisi senza precedenti
La stessa Corte dei Conti, d’altronde, nella relazione n. 70/2015 relativa al bilancio consuntivo 2014, ha posto in risalto il carattere straordinario ed eccezionalmente repentino della situazione congiunturale determinata dal perdurare della situazione di crisi economica, che ha comportato pesanti riflessi – che sembrerebbero aggravarsi anziché scemare – sulla situazione occupazionale che investe il settore dell’editoria, incidendo sulle dinamiche del rapporto tra contributi e prestazioni e sugli equilibri della gestione, sottolineando in proposito che “l’andamento della gestione previdenziale non mostrava nel medio-lungo periodo, giusto quanto esposto nel bilancio attuariale acquisito dall’Istituto nel 2012, profili di criticità, considerato anche che – come del resto posto in evidenza nella stessa nota integrativa al bilancio 2014 – le proiezioni statistiche a base 2010 non potevano considerare la gravità della crisi che ha investito il settore dell’editoria negli anni successivi” ed esprimendo preoccupazioni legate, altresì, all’andamento demografico della platea degli iscritti.
Riequilibrio, sostenibilità e contributo di solidarietà
L’Istituto ha, pertanto, dato mandato al professor Marco Micocci di redigere un Bilancio Tecnico Attuariale, con base al 31 dicembre 2014, dal quale è emersa, in particolare, la necessità e l’urgenza di ripristinare le condizioni di equilibrio e di sostenibilità finanziaria nel medio-lungo periodo.
In tal senso si è, pertanto, reso necessario adottare interventi volti ad assicurare la sostenibilità della gestione previdenziale che incidano sia sulle entrate contributive che sulle uscite per prestazioni prevedendo, in particolare, l’istituzione di un contributo straordinario – nel rispetto dei principi di equità intergenerazionale, di ragionevolezza e di temporaneità – da applicare a tutte le pensioni per fasce di importo e percentuali crescenti della durata di 5 anni a partire dalla data di approvazione della presente delibera.
A tal scopo, con nota del 18 giugno 2015 – così come previsto dall’art. 3, comma 2 lett. b) del D.lgs n. 509/94 – è stato quindi trasmesso alla Fieg e alla Fnsi, per le determinazioni di loro competenza, il documento contenente gli interventi per il contenimento della spesa previdenziale Inpgi.
Il sì della Fnsi e le riserve della Fieg al piano
La Giunta Esecutiva della Fnsi (con 10 voti a favore, 2 astenuti, 1 contrario e 3 assenti) aveva espresso il proprio parere favorevole il 17 luglio scorso, mentre la Fieg, il 24 luglio ha fatto pervenire una nota con la quale, pur apprezzando nel merito il complesso degli interventi proposti, ha espresso alcune riserve.
Ridotte di appena il 10% le indennità di carica
Il Cda dell’Istituto ha, inoltre, approvato all’unanimità gli sgravi contributivi triennali per le assunzioni a tempo indeterminato: la norma entrerà in vigore dopo l’ok dei ministeri vigilanti. Verranno inoltre ridotte del 10 per cento le indennità di carica del presidente, dei consiglieri di amministrazione e dei sindaci.
I commenti. Camporese: “Riforma inevitabile”
“La riforma varata oggi – ha commentato il presidente dell’Inpgi Andrea Camporese – appare inevitabile sul piano del rispetto delle norme di legge e della tutela stessa degli interessi degli iscritti. La drammatica crisi occupazionale del settore, che perdura da sette anni, ha subito una ulteriore fortissima accelerazione nell’ultimo triennio con un indice di perdita di posti di lavoro sei volte superiore a quello registrato nel Paese. I richiami dei Ministeri Vigilanti, della Corte dei Conti, del Collegio Sindacale, inevitabilmente hanno registrato un forte deterioramento della sostenibilità prospettica a causa di elementi totalmente esogeni alla gestione dell’Istituto.
A partire da questi elementi di quadro, che richiamano ad una forte responsabilità le Parti Sociali e l’Inpgi stesso, la riforma inviata ai Ministeri Vigilanti arriva al termine di una profonda analisi da parte del Cda. L’ampiezza del ventaglio degli interventi, la distribuzione dei sacrifici, la forte garanzia di transizione attraverso le clausole di salvaguardia, il mantenimento di un sensibile vantaggio rispetto alle norme in essere nel sistema pubblico, testimoniano di uno sforzo evidente di garantire sostenibilità e adeguatezza. Le analisi attuariali, redatte in forza di legge, in base ai parametri forniti dai Vigilanti, dal professor Marco Micocci, evidenziano come le misure adottate “colgono nell’obiettivo di ripristinare l’equilibrio tecnico attuariale e la sostenibilità dell’Istituto. Il patrimonio non si azzera mai e le prestazioni promesse agli iscritti possono essere tutte onorate”.
Un neo assunto, a parità di contribuzione con il sistema generale, riceverà un assegno di pensione superiore del 28 per cento, nonostante l’intervento varato. Un disoccupato, nonostante la limatura dell’assegno che costituisce la misura di gran lunga meno severa dell’intero impianto riformatore, riceverà una integrazione al reddito doppia rispetto al sistema generale. Il contributo straordinario e temporaneo richiesto ai pensionati, circa 20 euro netti al mese per una pensione di 60 mila euro lordi di pensione, si colloca in un contesto generale di sacrificio a sostegno del destino complessivo della categoria.
Spiace la nota emessa da Fieg, nella quale pur apprezzando lo sforzo generale non si ritiene di esprimere un parere definitivo, in ogni caso è dovere dell’Istituto mantenere aperta la disponibilità al confronto in vista di ogni azione positiva a favore del sistema.
E’ di notevole importanza anche la delibera assunta, sottoposta all’approvazione dei Ministeri Vigilanti, che mira a far accedere tutti i datori di lavoro agli sgravi contributivi concessi dallo Stato per le assunzioni a tempo indeterminato. Si tratta di agevolazioni molto importanti, che arrivano fino a 8 mila euro annui per tre anni, che vanno nella tanto auspicata direzione della crescita della platea dei giornalisti attivi.
Sento di dover ringraziare i colleghi del Cda per l’impegno e la serietà profusi in molti mesi di analisi e simulazioni che hanno portato ad una sostanziale condivisione della riforma con la sola eccezione del contributo posto a carico dei pensionati che ha portato al dissenso di due consiglieri. Ringrazio il rappresentante della Presidenza del Consiglio dei Ministri che non solo ha votato a favore della riforma, ma ha anche sostenuto nel suo intervento che questo è solo il primo passaggio di un intervento riformatore complessivo del sistema. Su questo argomento il Consiglio di amministrazione ha approvato, all’unanimità, un ordine del giorno sulle opportune riforme legislative che l’Inpgi propone”.
Raffaele Lorusso: “Tutti sono chiamati a fare sacrifici”
“In un quadro generale di necessaria e inevitabile revisione delle prestazioni – afferma il segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso – la manovra raggiunge l’obiettivo dell’equità, della sostenibilità e, soprattutto, della serietà e della responsabilità. Le misure riguardano, infatti, la categoria nel suo complesso: tutti sono chiamati a fare sacrifici per salvaguardare l’autonomia dell’ente previdenziale”. “L’Inpgi – a giudizio di Lorusso – ha sostanzialmente recepito le osservazioni allegate al parere favorevole espresso dalla Giunta Esecutiva della Fnsi, salvaguardando soprattutto i colleghi e le colleghe di aziende in crisi. Particolare importanza riveste per il sindacato la previsione di criteri di gradualità e di progressività che eviteranno il fenomeno degli esodati”. Per Lorusso “ispirate a principi di equità e sostenibilità sono, poi, le clausole di salvaguardia in favore delle giornaliste e per coloro che raggiungeranno i 40 anni di contribuzione entro il 2021. Il contributo di solidarietà a carico delle pensioni in essere, contestato da una minoranza rumorosa di pensionati, alla fine si riduce in un prelievo progressivo di poche decine di euro, ma introduce un elemento di solidarietà intergenerazionale in favore del quale si sono espressi molti colleghi oggi in pensione, come dimostrano ben due ordini del giorno responsabilmente approvati dall’Unione Nazionale Giornalisti Pensionati”. “Un piccolo sacrificio – aggiunge il segretario della Fnsi – viene imposto anche ai trattamenti di disoccupazione: non va, però, dimenticato che il regime garantito dall’Inpgi resterà di gran lunga più favorevole di quello previsto dal sistema generale. Anche il cda ha voluto fare la sua parte, approvando il taglio del dieci per cento delle indennità del presidente e dei consiglieri, che diventerà operativo dopo il via libera del consiglio generale, competente per statuto. È poi significativo che, nella stessa riunione, siano stati approvati gli sgravi contributivi per le assunzioni a tempo indeterminato”.
“Soltanto la ripresa dell’occupazione – afferma Lorusso – potrà, infatti, assicurare agli istituti della categoria una sostenibilità nel lungo periodo. Necessari, in tal senso, saranno interventi mirati sulle leggi di sistema per mettere al passo con i tempi l’intera categoria. Il mondo è cambiato e – a giudizio di Raffaele Lorusso – bisogna prenderne atto. Si rassegnino – sono sempre parole di Lorusso – quanti, con il solo obiettivo di salvaguardare le proprie rendite di posizione o per mero tornaconto elettorale, continuano a ragionare con le categorie di un’altra epoca storica, vendendo illusioni a quanti aspirano legittimamente a entrare nel mondo del lavoro o, peggio ancora, strizzando l’occhio alla parte più reazionaria delle aziende editoriali”.
(Fonte: Giornalistiitalia.it)
Qui le misure della riforma (fonte Inpgi) La riforma in pillole