ROMA – Si sono aperti alle 7 di questa mattina, le sei ora italiana, i seggi per il referendum greco dal quale verrà decisa la prossima linea politica che il governo ellenico dovrà adottare.
Contrari alla troika e alle conseguenze che ne derivano, favorevoli ad un’Europa che per far quadrare i bilanci impone un austerity in un Paese già in ginocchio. Queste in sostanza le due alternative sulle quali oltre 9 milioni di greci si dovranno esprimere. A parte il terrorismo mediatico che in questi giorni ha cavalcato l’onda mediatica, l’attenzione è tutta incentrata su questa importante giornata e siprattutto sul risultato che al momento rimane un’incognita.
“Oggi e’ un giorno di celebrazione perche’ la democrazia e’ in se stessa una celebrazione”, ha detto il premier greco Alexis Tsipras davanti alla folla di giornalisti dopo aver votato nel seggio del suo quartiere.
“Quando la democrazia vince la paura, vince la volonta’ del popolo. E’ un messaggio di dignita’: il popolo finalmente ha scelto”, ha aggiunto Tsipras. E poi: “Nessuno puo’ ignorare la volonta’ del popolo”. “Il popolo inviera’ dal referendum un importante messaggio, che prende il destino nelle sue mani. Molti possono ignorare la volonta’ del governo, ma nessuno puo’ ignorare la volonta’ del popolo”.
Nel frattempo il ministro delle finanze Yanis Varoufakis ha votato a Faliro, sulla costa ateniese, anche lui accolto da una grande folla. “E’ una celebrazione della democrazia – ha dichiarato – Gli enormi fallimenti dell’Eurogruppo hanno portato a un ultimatum al quale la gente non ha potuto rispondere. Oggi può dare la sua risposta”.
Il fronte del No italiano ad Atene
Ad Atene sono arrivati in piazza Syntagma alcuni rappresentanti della sinistra italiana, in occasione del referendum previsto per oggi in Grecia. Tra di loro il leader di Sel Nichi Vendola e il capogruppo dei deputati di Sinistra Ecologia e Libertà, Arturo Scotto, assieme a Stefano Fassina e Alfredo D’Attorre. Anche Alessandro di Battista, del Movimento 5 Stelle sarà nella capitale greca. Di Battista, ha voluto ricordare che la posizione espressa dal movimento a favore del “no” non deve essere letta come una battaglia contro la politica austera della Germania e di Angela Merkel, ma deve essere interpretata come una battaglia contro la scarsa determinazione del premier Renzi nel far valere in Europa le ragioni dell’Italia. “Io ce l’ho con Renzi – ha tuonato il deputato pentastellato – che diceva che avrebbe battuto i pugni sul tavolo ed è finito a lavorare per la Merkel”.