Scritto da Matteo Giuli
ATENE- Il Parlamento greco ha approvato il primo pacchetto di riforme chieste dai creditori internazionali con 229 voti a favore, 64 contrari e 6 astenuti, ma la situazione sembra non trovare una soluzione.
Lo stesso esito del voto è stato accolto senza nessun applauso da parte dei deputati. Anzi, Syriza con i suoi 149 deputati si è ulteriormente spaccata nel voto con 34 deputati che hanno votato contro e 6 che si sono astenuti.
Un messaggio raccolto dal premier Alexis Tsipras che, a quanto raccontano fonti qualificate, ora sta decidendo di rimpastare il governo entro pochissimi giorni, se non addirittura già oggi.
Ma sarà efficace la linea Tsipras. Spaccature a parte, la piazza è tornata a protestare rivendicando i diritti e soprattutto l’esito del referendum, mentre la Germania rema ancora contro. “Un taglio del debito è incompatibile con l’appartenenza di un Paese nell’euro. E un paese che volesse ottenerlo dovrebbe rinunciare temporaneamente alla moneta unica. Questa forse sarebbe la strada migliore per la Grecia“. In poche parole il messaqggio del ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble è sempre lo stesso e punta far uscire la Grecia dall’Europa.
Per Schaeuble l’approvazione da parte del Parlamento greco del pacchetto di riforme chieste dai partner europei, è “un passo importante”, ma molti economisti dubitano che i problemi di Atene possano essere risolti senza un haircut del debito. Per questo continua a credere che una “Grexit” temporanea potrebbe forse essere un’opzione migliore.
Anche sul piano finanziario le cose non vanno meglio. Da un lato il fondo salva-Stati Esm metterà circa 50 miliardi di euro nel terzo salvataggio greco, che avrà in totale 82-86 miliardi: lo ha detto il direttore generale del fondo Klaus Regling in un’intervista alla tv tedesca ARD questa mattina. Regling ha anche aggiunto che senza il salvataggio “il sistema bancario greco collasserebbe”. Il tetto a 50 miliardi della partecipazione Esm apre l’interrogativo su dove prendere quello che manca, visto che non è chiaro in che misura il Fmi interverrà. Non è d’accordo Lars Feld , economista e direttore dell’istituto Walter Eucken nonchè consigliere di Angela Merkel, secondo il quale 86 miliardi potrebbero essere pochi: “forse ne serviranno più di 90″.
L’ accordo, spiega Feld, “è la strada giusta. E’ meglio chiedere crediti contro riforme che preparare la Grexit o concedere crediti senza impegni. “Sull’entità non posso dire molto, non so se basteranno 86 miliardi, potrebbero esserne necessari 90 o anche di più. Dipende come vanno le privatizzazioni. Se le riforme funzionano, potrebbero essere anche di meno”. L’ economista tedesco osserva: “La cosa più importante è la cornice istituzionale: un fondo cui vengono affidati i beni dello Stato, che avvia privatizzazioni sorvegliate dagli europei. Se saranno 50 miliardi è un’altra questione”. “Secondo le stime – fa anche sapere Feld – la recessione in Grecia sarà del 2%”.
Prodi tagliare il debito greco
Nel frattempo anche Romano Prodi interviene nell’animata discussione sulla Grecia. L’Europa dovrebbe dimostrare “magnanimità” verso la Grecia tagliando il debito del paese ellenico, come fu fatto nel 1953 per la Germania. “+Ho sempre pensato che la Grecia non sarebbe mai stata in grado di ripagare il debito. Nel 1953 fu un atto di saggezza tagliare il debito della
Germania, che non era in grado di pagarlo, e tagliandolo abbiamo dato respiro alla Germania. Oggi ci vuole la stessa magnanimità”. Con l’accordo tra Grecia e creditori, ha spiegato Prodi all’East Forum 2015, “abbiamo evitato il peggio ma non il male. Il peggio è che si rompesse tutto, il male è che abbiamo un’Europa con tensioni e incomprensioni. O l’Europa è un luogo di coesione, di forza, di interesse comune o tutto quello che abbiamo fatto in passato finisce male”.