E’ un’attesa piena di affetto, di ricordi, di riconoscenza quella che molti di noi stanno trascorrendo aspettando una soluzione in Grecia. Siamo legati a quella terra e alla sua storia antica e recente da mille pensieri, amicizie e luoghi dell’anima. E’ una vita che gioiamo e soffriamo insieme. E ora?
Anche ora la Grecia ci sta insegnando qualcosa. Sulla sua pelle sta dimostrando a tutto il mondo civile cosa accade quando un Potere si impossessa, o lavora per farlo, di un Paese, di un popolo, di una classe politica. Sì, un moderno golpe. In gioco non ci sono quei miliardi che il Paese non ha oggi e non avrà domani o dopodomani. In gioco è il suo essere una democrazia, quella di Pericle. In gioco è la sua possibilità di scegliersi il governo e il capo del governo.
E’ l’ anima della Grecia e della sua gente che vogliono i potenti della Finanza e dell’Europa intransigente ed “austera”. Non hanno bisogno di altri soldi, oggi, ma di poter continuare a sfruttare quel popolo come hanno sempre fatto,: da un punto di vista politico, industriale, militare.
E’ Tsipras che vogliono, non il suo debito.
Per questo la Germania chiede di aspettare il risultato: se vince il Sì, Tsipras ha detto che lascia.
Domani potrebbe accadere da noi, con la differenza che a noi il referendum non sarebbe concesso. Con la differenza che da noi si stanno già prendendo il sistema costituzionale e la rappresentanza popolare attraverso una scorretta legge elettorale. Con la differenza che da noi hanno cominciato anni orsono, trovando una classe politica incline al compromesso, una informazione servile. Un terreno pronto ad essere arato attraverso alleanze nascoste e patti segreti.
Il “golpe” in Grecia ci riguarda tutti. La loro democrazia è anche la nostra; la loro libertà è anche la nostra. Per questo soffriamo, per questo voterei NO domenica 5 luglio 2015.