Franco Scaglia, un intellettuale del servizio pubblico

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Ci ha lasciati un uomo simpatico, elegante e colto, un professionista che nel suo lavoro metteva al primo posto l’interesse del pubblico, di chi ascoltava un programma alla radio, o guardava un documentario in TV, o un film al cinema, o una rappresentazione a teatro, o leggeva un romanzo. Un intellettuale gentile che amava la Rai e scriveva per passione, la stessa passione con cui ha lavorato presiedendo Rai Cinema. In quei nove anni, dal 2004 al 2013, ho avuto l’opportunità di lavorare spesso con Franco, che ha voluto dare molto spazio ai documentari e in modo particolare a quelli realizzati con l’apporto delle teche aziendali. Sono nati prodotti importanti, di grande successo, come “Bellissime” di Giovanna Gagliardo, “In fabbrica” di Francesca Comencini, “1960” di Gabriele Salvatores.

Franco si entusiasmava quando veniva fuori un bel prodotto, come si entusiasmava gestendo, fra mille difficoltà, il teatro Argentina di Roma, dove pure collaborammo anche per corsi di recitazione e di formazione teatrale. Era sempre pieno di idee, di voglia di fare, di sperimentare. Su tante cose la pensavamo diversamente, ed era un piacere confrontarsi e ragionare insieme di politica, di giornalismo, di ogni aspetto della cultura, magari a margine di una riunione in cui i problemi di budget prevaricavano gli aspetti di contenuto. Ho motivi personalissimi per ricordarlo come un collega di rara correttezza, e non lo dimenticherò mai. A volte gli chiedevo dove trovava il tempo per la sua attività di scrittore – vinse anche un Campiello – e lui diceva che scrivere lo rilassava e che non avrebbe potuto farne a meno. Ricordo Franco sempre con un sorriso dolce, a volte ironico. Fatico a pensare non sia più qui con noi.

I funerali si terranno martedì 7 luglio alle ore 11.00 presso la Chiesa degli artisti (piazza del Popolo), Roma


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