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Festival Puccini. Le melodie di Tosca e Turandot volano sul lago tanto amato dal Maestro

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Tornano le melodie di Puccini in riva al lago di Massaciuccoli, davanti alla casa in cui visse il maestro, oggi diventata Museo dove sono custodite le spoglie del musicista insieme a reperti della sua vita e della vicenda artistica. Uno spettacolo unico al mondo, un grande teatro all’aperto che può ospitare circa 3.500 persone, un palcoscenico che si riflette nelle acque del lago. La stagione pucciniana, una storia che risale al 1930, direttore del progetto artistico della Fondazione Puccini Daniele De Plano, apre i battenti venerdì 24 luglio con Tosca, il giorno seguente sarà la volta di Turandot. Due serate che non saranno intaccate da polemiche aperte subito dopo la nomina del nuovo presidente della Fondazione, Alberto Veronesi, da parte del neo sindaco di Viareggio, Giorgio Del Ghingaro, un dissidente Pd, che sconfigge il candidato ufficiale dei Democrat. Prende il posto di Adalgisa Mazza che fa parte della assemblea del Pd. Ci sono anche alcuni problemi con i cantanti cui il presidente chiede di ridurre i cachet visto lo stato non certo florido del bilancio della Fondazione. Viene interessato a queste vicende anche il ministro Franceschini. Vicende che si muovono sullo sfondo del Festival ed è auspicabile, restino fuori da una stagione che, oltre alle opere del maestro con interpreti di grande valore, presenta numerose iniziative fino alla musica pop.

Una “accoppiata” di straordinario valore, due storie intense
Il Festival parte con una “accoppiata” di straordinario valore, due storie intense, profondamente diverse l’una dall’altra che, messe a confronto, danno modo di ammirare la capacità del Maestro di immedesimarsi nelle pieghe di tragedie umane, farle diventare musica, canto, avvalendosi di librettisti che lo seguivano passo passo, senza mai stancarsi dei suoi continui suggerimenti, a volte anche dei suoi cambi di umore. In particolare, Turandot richiese una particolare elaborazione ma Puccini non conobbe l’esito del suo lavoro, l’applauso del suo pubblico. La morte lo colse mentre il dramma non era ancora completato. Turandot è andata sempre in scena nella versione “incompiuta”. Ma, ricordiamo, esistono quattro finali, quello di Puccini, con l’opera che si interromperà al punto in cui il Maestro l’aveva lasciata, eseguita nella” prima” dalla bacchetta di Arturo Toscanini; c’è un primo finale e poi un secondo finale composti da Alfano, e un terzo di Luciano Berio.

Una straordinaria vena musicale e poetica, il senso della vita, della libertà
Una “accoppiata” che fa scoprire, perché ogni volta le melodie di Puccini danno qualcosa di nuovo, la straordinaria vena musicale e poetica insieme di Puccini, il suo senso della vita, della libertà, delle tragedie che la interrompono, ti fa amare i deboli che devono soccombere ai potenti, un anelito di libertà che ha percorso i teatri di tutto il mondo. Tosca è una breve storia di amore e di morte, tre atti su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, che con Puccini hanno vissuto straordinarie stagioni. I riassunti del libretto raccontano di una Roma del 1800 dopo il fallimento della Repubblica Romana. Lo Stato Pontificio sta catturando i rappresentanti e i sostenitori della Repubblica. Cesare Angelotti, patriota fuggito dalle carceri del Papa è in rapporto con il pittore Mario Cavaradossi e la sua amante Tosca. Li sta braccando il capo della polizia pontificia, barone Scarpia. Innamorato di Tosca, approfitta della situazione per conquistare la donna. L’opera finisce in tragedia: muore il fuggiasco, muore il cattivo Scarpia per mano di Tosca, muore il pittore ed infine Tosca si suicida. Il libretto deriva da La Tosca di Victorien Sardou, il dramma in cinque atti, rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi, il cui successo fu legato soprattutto all’interpretazione di Sarah Bernhardt nei panni della protagonista. La prima rappresentazione si tenne a Roma, al Teatro Costanzi, il 14 gennaio 1900. Parte della stampa non riconobbe lo stile di Puccini, il fascino di Boheme si faceva sentire. Criticò duramente l’opera. Ma fu il pubblico a decretarne il successo. Tosca nel giro di tre anni fu rappresentata nei maggiori teatri lirici del mondo con grande successo di pubblico e di critica.

Inaugurano la stagione Daniela Dessì e Fabio Armiliato
Torneranno sul palcoscenico di Torre del Lago due fra i maggiori interpreti del repertorio pucciniano che già l’anno passato hanno inaugurato la stagione del festival. Flora Tosca sarà Daniela Dessì, Mario Cavaradossi Fabio Armiliato, suo compagno anche nella vita. Giovanni Meoni sarà Scarpia. Sul podio il direttore pucciniano Valerio Galli. Ai tre artisti è andato il massimo riconoscimento pucciniano, il Premio Puccini. L’ideazione delle scene è stata affidata ad un grande artista contemporaneo, Mimmo Paladino, pittore e scultore, rappresentante della “Transvanguardia”. Numerosi i successi di Paladino nel settore teatrale e della musica, dal Fidelio di Beethoven al Tancredi di Rossini per il Teatro San Carlo di Napoli, a Oedipus Rex e Cavalleria Rusticana per il Teatro Regio di Torino, al capolavoro teatrale Edipo Re. A firmare la regia non sarà più Vivien Hewitt ma Giorgio Ferrara, direttore di Spoleto Festival. Ricordiamo alcune “arie” celebri che hanno fatto il giro del mondo: recondita armonia di bellezze diverse; vissi d’arte vissi, d’amor, non feci mai male ad anima viva; e lucean le stelle ed olezzava la terra, o dolci baci e languide carezze.


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