Leggendo in filigrana il braccio di ferro tra Merkel e Hollande da una parte e Tsipras dall’altra, si vede uno scontro di civiltà: i laboriosi del nord, contro i pigri del sud. I produttivi contro i dissipatori, i corretti contro gli imbroglioni. gli ordinati contro i caotici. Contrapposizioni non dichiarate, ma potenti come i pregiudizi radicati che le muovono.
Uno scontro che si estende anche ai rimedi. Il nord europa luterano crede nella punizione pedagogica, mentre il sud cattolico promuove il perdono di riconciliazione. I primi non vedono nulla di osceno nella sofferenza dei greci perché pensano che solo così impareranno a non ripetere i loro errori. I secondi già sono predisposti a offrire una nuova opportunità a chi ha sbagliato, perché vedono nella povertà degli ultimi uno scandalo.
Insomma, si sono messi in moto meccanismi culturali profondi, che stanno legittimando moralmente gli interessi economici dei paesi egemoni in una delle crisi più eclatanti della democrazia europea. Manca la politica, perché manca la delega democratica. La Merkel e Hollande non rappresentano l’Europa politica, ma quella dei creditori, nel silenzio accondiscendente degli altri paesi membri. In una visione capitalistica dei rapporti di forza, dove è solo la ricchezza a dare la misura della dignità delle persone e degli Stati. E a creare una gerarchia tra chi impone e chi subisce.
Non è questa l’Europa che voglio.
Iscriviti alla Newsletter di Articolo21