Caro direttore,
mi occupo di responsabilità medica da molti anni: da Cosenza a Belluno, tutte le sentenze di condanna di medici e strutture sanitarie sono caratterizzate dalla liquidazione di modeste spese processuali. Faccio un esempio: i genitori di un bimbo con gravissimi danni neuro-motori causati da ritardato taglio cesareo intraprendono un giudizio per ottenere giustizia. Dopo cinque anni, ottengono un risarcimento – che servirà a (tentare di) garantire una vita più autonoma al minore – di oltre un milione di euro. Al loro legale il Tribunale liquiderà poco più del 1%.
Personalmente, non mi stupisce: certo, mi aspetterei che dopo tanti anni di attività, il professionista venisse più gratificato in termini economici, ma poco male, l’importante è che i danneggiati ottengano un equo ristoro del danno. Penso che la scelta di liquidare scarsi onorari sia dettata da politiche di risparmio pubblico, volte a limitare i “danni” erariali di una condanna pesante che coinvolga una struttura pubblica. Ma che succede se a soccombere siano i genitori del minore invalido?
Alcuni giorni fa, un giudice della seconda sezione civile del Tribunale di Monza,nel rigettare la domanda di due giovani la cui figlia avrebbe riportato gravissimi danni neurologici a seguito dell’errata duplice somministrazione del medesimo vaccino, li ha condannati al pagamento di spese processuali per oltre 60 mila euro.
Una sentenza “esemplare” giunta senza che venisse svolta alcun’attività istruttoria: il giudice, in assenza di “testimoni” (come se chi si presenta al cospetto di un medico per un vaccino, porta con se la clack) ha ritenuto di rigettare la domanda tout court, senza pensare di dover approfondire tramite CTU (consulenza tecnica d’ufficio) la possibile causalità tra la massiccia dose di vaccino e patologia.
Non solo due pesi e due misure ma un intento punitivo che cela, a mio modo di vedere, una precisa strategia: i Tribunali sono invasi da richieste di risarcimento per errori medici? Se perde l’ospedale, spese legali irrisorie. Se a soccombere è invece il cittadino, va bastonato. Punirne uno per educarne cento, così agli altri passerà la voglia di cercare la verità stante il rischio di perdere la casa.
Il provvedimento, peraltro eccepibile sotto il profilo giuridico/fattuale, verrà verosimilmente riformato in appello, ma con i tempi della giustizia italiana, il rischio che ai genitori della bimba invalida venga pignorata la casa, è assai probabile. Scriveva Libero Bovio, “Un giudice senza umanità, è un giudice senza giustizia”. I giudizi temerari vanno puniti severamente; consentire che una famiglia già provata dalla vita finisca in mezzo ad una strada, indipendentemente dalla loro iniziativa carente sotto il profilo probatorio, travalica ogni senso di umanità e di giustizia.
* Presidente di Osservatorio Sanità