La BBC ha raggiunto in gran segreto ed a tappe forzate un accordo lampo con il governo Cameron sul canone che è stato da poco annunciato. L’accordo –che è molto oneroso per la BBC – prevede i seguenti punti salienti.[1]
- Mantenimento del canone come forma di finanziamento principale della BBC per tutto il periodo della prossima Royal Charter[2], cioè fino al 2025;
- Pagamento del servizio anche da parte degli utilizzatori di devices diversi dagli apparecchi di ricezione tradizionali radio e tv (tablet, smartphone, pc, ecc);
- Fine del contributo della BBC all’estensione della copertura larga banda del paese;
- Stop del versamento della compensazione a BBC da parte del Ministero del Lavoro e del Welfare per l’esenzione dal canone dei nuclei familiari ultra-settantacinquenni ;
- Risparmi da parte della BBC sul costo totale del servizio pubblico di 1,6 miliardi di sterline da qui al 2025 (inclusa la riduzione di 1000 posti di lavoro), di cui quasi 200 nel prossimo biennio.
L’accordo di principio, che dovrà ora essere finalizzato nelle sue parti e prevede anche dei passaggi legislativi (la Camera dei Lords sta conducendo un’indagine conoscitiva sulla riforma del canone ed ha chiesto chiarimenti al governo ed alla BBC sul contenuto dell’accordo raggiunto), dovrebbe facilitare il rinnovo della Royal Charter 2016-2025, le cui trattative erano di fatto bloccate a causa delle elezioni anticipate.
In BBC il Direttore Generale Tony Hall ha tirato un sospiro di sollievo, perché il risultato inatteso delle elezioni legislative anticipate dello scorso 7 maggio (che ha portato ad una maggioranza monocolore del partito conservatore di 331 seggi su 650), aveva sconvolto tutti i piani di negoziare la nuova Charter con un governo meno ostile. Tanto più che Cameron aveva premiato con la nomina a ministro della Cultura un suo fedelissimo, John Whittingdale (ex presidente della Commissione Cultura Media e Sports della House of Commons), noto per le sue posizioni anti-servizio pubblico e per la sua campagna per l’abolizione del canone radio tv.
Di fronte alla sorpresa per questo blitz nel resto d’Europa e alle preoccupazioni ed all’irritazione suscitate nel Parlamento inglese (che è stato espropriato di una parte delle sue prerogative, visto che –di solito- prima si approva la Concessione e poi si fissa il livello del canone sulla base degli obblighi richiesti al Servizio Pubblico), dall’interno della BBC si fa notare discretamente che l’accordo raggiunto rappresenta il minor male possibile.
A fronte di alcune concessioni importanti fatte al governo (il mancato rimborso dell’esenzione per gli anziani provoca un beneficio diretto per il budget dello Stato) ed ai rituali tagli chiesti dai conservatori alla BBC (solo nella legislatura precedente sono stati già tagliati altri 2500 posti), la BBC ha ottenuto alcuni importanti risultati.
Il principale dei quali è il mantenimento del canone, un risultato che non era affatto scontato –visto che il ministro ne chiedeva la certezza dell’abolizione anche se spostata nel tempo, e che pare che sia stato ottenuto grazie all’intervento diretto di Cameron.
Il futuro, comunque, è pieno di incognite e un’ampia discussione si renderà necessaria. Sarà per questo che l’unico commento pubblico di Tony Hall sull’accordo è stato: “ future debates about the BBC’s scale and funding should be moved away from the political cycle, with public debate”.
*L’autore è Responsabile Relazioni istituzionali e fra Stati membri dell’EBU
[1] Il director of Policy della BBC, James Heath ha pubblicato sul suo Blog un’analisi dei dettagli finanziari dell’accordo :http://www.bbc.co.uk/blogs/aboutthebbc/entries/efa49056-e32f-4e8a-b2b4-cb215e6a0bc1 mentre la Commissione Cultura, Media e Sport della Camera dei Lords sta effettuando una serie di audizioni sul finanziamento del Servizio Pubblico in Europa http://www.parliament.uk/business/committees/committees-a-z/lords-select/communications-committee/inquiries/parliament-2015/bbc-charter-renewal/ .
[2] La Royal Charter della BBC è l’equivalente della Convenzione RAI e stabilisce le basi del contratto fra Stato e Concessionario del Servizio Pubblico Radiotelevisivo. La prossima, in corso di rinnovo, avrà durata 2016-2025