“Sono quasi due anni di attesa molto intensa, di profonda sofferenza, accentuata in modo particolare da questo silenzio totale sulla sorte di nostro fratello, Paolo”. E’ l’appello a nome della famiglia di Immacolata Dall’Oglio, sorella di padre Paolo Dall’Oglio, il gesuita romano di cui si sono perse le tracce in Siria nel luglio del 2013, lanciato attraverso la trasmissione ‘Voci del Mattino’ di Radio 1 Rai . “Faccio, a nome della mia famiglia, un appello forte,– afferma la sorella – a chi abbia responsabilita’ sul piano dell’informazione e della detenzione di nostro fratello e figlio, pensando ai nostri anziani genitori, Paolo Dall’Oglio, gesuita italiano rapito in Siria il 29 luglio del 2013, affinche’ rompa questo, ormai troppo lungo, muro di silenzio e ce lo faccia riabbracciare”.
Articolo21 che nel maggio scorso ha promosso insieme a “Il Mondo di Annibale” e alla Fnsi un convegno proprio sulla figura di Padre dall’Oglio e sulla situazione siriana raccoglie e rilancia l’appello della sorella.
“E’ come se il pensiero per Paolo – riferisce ancora la sorella – sia una specie di dolore di fondo che accompagna la nostra quotidianita’. E poi ci sono dei momenti piu’ difficili in cui le emozioni diventano piu’ forti come quando si avvicendano alcune notizie particolarmente difficili, tra l’altro mai confermate” racconta. “Sono stati due anni di attesa, anche se accompagnati dalla consapevolezza dell’importanza della vocazione e della condivisione di questa vocazione di nostro fratello Paolo verso il dialogo, l’accoglienza e l’apertura all’altro. C’e’ anche la consapevolezza di come questa dura attesa sia in realta’ una condizione che in qualche modo condividiamo con tante famiglie di rapiti-scomparsi o imprigionati che, come noi, sono in trepidazione per i loro cari, ma in una situazione di sofferenza generale ben diversa dalla nostra che e’ data dalla guerra e da tutto cio’ che ne deriva. Il nostro pensiero – conclude Immacolata Dall’Oglio – e’ sempre andato anche a loro”.