In Liguria PD è Pesto Democratico e il messaggio è nazionale: se cerchi voti a destra, li perdi a sinistra.
Secondo messaggio: c’è voglia di credibilità. Tanti ex elettori del PD non tollerano gli impresentabili alla De Luca, né i fedeli inconsistenti alla Paita e Moretti,. Così hanno parcheggiato voti nel Movimento 5 Stelle (o nell’astensione) in attesa di capire se Renzi si arrocca in un neo-Nazareno o il PD impara la lezione che l’arroganza non paga. Lo vedremo presto con l’applicazione della Severino a De Luca e l’inquietante presidenza putativa che ne deriverà.
Intanto Salvini fa il pieno di voti di paura e di chiusura e si prepara a presentare il conto a Berlusconi, per la definitiva espropriazione della destra, Casa Pound inclusa.
Buono il risultato dei M5S, con meno vaffa in piazza e più argomenti in tv. I grillini continuano ad avere la forza dell’autoriduzione dello stipendio e la debolezza della dipendenza dai guru. Ma qualcosa si muove: i parlamentari non sono più esordienti e si sentano le prime spinte di emancipazione.
C’è infine tutto il vasto mondo dei “senza rappresentanza”, soprattutto a sinistra da quando il PD è diventato ambidestro. Quelli che Folli su Repubblica chiama anti-sistema, populisti e contro le istituzioni. Confondendo gli esigenti, con gli eversivi. E invece è proprio in questo ambito – fatto di volontariato e attivismo – che fermenta una domanda più avanzata di giustizia sociale. Una richiesta che Renzi considera anti-moderna, concluso nel narcisismo di chi ascolta tutti, ma non sente nessuno.
E’ lui il grande autolesionista.
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